"Sono un po' il re dell'assemblaggio, l'uomo degli incroci", dice Enzo Avitabile in una sorta di timida autocelebrazione nel descrivere la propria visione e il proprio metodo in musica. Un artista per cui andare a Sanremo diventa un altro modo per confrontarsi con gli altri e dare sfogo alla propria visione, farla conoscere ai più. Anche ai più distratti che magari in questi anni di dischi, concerti, canzoni e opere "alte", se lo sono un po' perso per strada. Per fortuna, però, ci è sempre dato il tempo di rimediare, di cercare altri centri, altre prospettive.

Una pluralità, sempre inseguita dall'Avitabile musicista, che al Festival arriva appunto con un brano come "Il coraggio di ogni giorno", scritto con Pacifico e arrangiato da Celso Valli (la produzione artistica è di Andrea Aragosa). E, soprattutto, cantato con Peppe Servillo.

Come atmosfera e impianto, "il brano – dice Avitabile – rende omaggio ai miei ultimi due dischi, 'Black Tarantella' e 'Lotto infinito' e non si tratta in verità di un semplice duetto, ma di un modo di confrontarsi con un diverso tessuto armonico e melodico, e accettare l'orientamento altrui. Una cosa molto bella, che ti permette di ripercorrere una tua composizione e, insieme, imparare dall'altro. E, per me, andare al Festival era impossibile senza questo elemento".

In questo, Peppe Servillo è stata "la prima scelta", un "uomo del Sud" che si trova "tra la parola che diventa suono e tra il suono che diventa parola".

"Il coraggio di ogni giorno" è però, anche, Enzo Avitabile al 100%. Si riconoscono tutti i segni della sua musica, le rievocazioni, le profondità. "Anche perché – aggiunge lui – è una canzone autobiografica, nasce come me dalle Vele di Scampia e ha un linguaggio emozionante, mantrico".

Gino Pacifico è stato così contattato per sistemare un testo iniziale di Avitabile, assemblato – racconta – in un paio di giorni: "'Il coraggio di ogni giorno' è dedficato ai nostri genitori, se devo dare una risposta più convenzionale. Ma poi è dedicato a tutti i nessuno. A Pasquale, a Concetta, a chiunque combatte ogni giorno i propri nemici storici. Il testo non è un racconto e non è retorico".

Nella serata del venerdì sul palco dell'Ariston ci saranno la Piccola Orchestra Avion Travel e Daby Touré, nato in Mauritania e cresciuto in Senegal, tra le altre cose collaboratore di Peter Gabriel e "stella polare della world music".

Enzo Avitabile
Enzo Avitabile
Enzo Avitabile

Il 9 febbraio esce poi il doppio disco "Pelle differente", il primo "best of" della carriera di Avitabile, con un altro inedito ("Respirando navigando") e con "le ultime versioni delle mie opere, anche se è evidente che tocca solo quelle in forma canzone, non tutta la mia 'vita musica' che invece include anche tutta una parte sinfonica".

"Sanremo si è evoluto, diciamo le cose come stanno", chiude Avitabile. "Oggi i tempi sono cambiati e il Festival di Baglioni è un Festival rivoluzione che dà spazio alla nostra coerenza. Ovvio poi che vai per diffondere e promuovere la tua musica, perché più ti ascoltano e più sei felice. Dopo Sanremo faremo concerti dalla mattina alla sera, con costi non alti e la volontà di dare possibilità ai piccoli centri di fare concerti. Vogliamo portare la nostra musica lì, nei piccoli centri appunto, in un'opera di musicalizzazione oggi necessaria".

Marco Castrovinci

(Unioneonline)
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