Chi pensava che il live action di “Dragon Trainer” potesse rivelarsi un’operazione poco ispirata o addirittura sconveniente dovrà ricredersi: il buon esito del reboot in carne ed ossa del capolavoro d’animazione Dreamworks uscito nel 2010 sembra essere ormai garantito, ancor prima dell’uscita in sala. Lo dimostrano le prime impressioni della stampa su Rotten Tomatoes, che smentiscono i detrattori convinti che il film non sarebbe stato all’altezza delle aspettative.

Con una base di quaranta recensioni, il titolo vanta al momento un punteggio di gradimento pari all’83%. Anche tra i pareri meno entusiasti, il giudizio rimane in gran parte positivo, con l’unico appunto di trattarsi di un rifacimento “shot for shot”, cioè estremamente fedele all’originale non solo nella trama e nell’ambientazione, ma anche nelle scelte registiche. Un risultato che promette bene per l’affluenza del pubblico in sala, in una sfida al Box Office che potrebbe addirittura scalzare dal podio il campione d’incassi “Lilo & Stitch”.

I riscontri della critica risollevano senz’altro gli animi della produzione, e in particolare di Dean DeBlois - già autore della trilogia animata - che aveva espresso preoccupazione per i pregiudizi con cui alcuni fan avrebbero potuto accogliere il progetto. In occasione della première, il director ha ammesso: «Era la prima volta che lo mostravamo a qualcuno. Ero decisamente preoccupato... anzi, non dovrei dire preoccupato; ero fiducioso nel film, ma non ero sicuro che il pubblico l'avrebbe accolto positivamente. Magari sono troppo affezionati ai film animati».

Entrando più nel dettaglio, DeBlois ha confessato il timore che il film potesse essere percepito come inutile: «C'è tutto quel discorso del tipo: perché dovrebbe esistere? O ancora: è troppo presto, oppure: i film animati andavano benissimo così com'erano. Abbiamo seguito strade che ci permettessero di arricchire i personaggi, rendere l'azione più immersiva e ampliare un po' la mitologia».

La decisione di tornare a lavorare sui romanzi di Cressida Cowell, riportando in vita un mondo fatto di avventura, mito e tradizione, è nata proprio dalla convinzione che il potenziale dei mezzi moderni e la scelta di un adattamento live-action potessero dare maggior respiro e profondità alla storia originale. A parlare di questo aspetto è stato anche Gerard Butler, tornato nei panni del capo del villaggio Stoick, dopo aver dato voce al personaggio nella versione animata. L’attore si è detto colpito dal vedersi per la prima volta in costume, rendendosi conto - dopo aver lavorato in precedenza solo sull’aspetto vocale – di quanto fosse importante incarnare ogni aspetto del personaggio anche fisicamente: «Mi chiedevo come avrebbero fatto a rendere il personaggio in live action. Quando mi sono visto la prima volta ero spaventato da me stesso. Chi è quello? Da un lato ho pensato: wow, è tanto da sostenere. Devi essere all'altezza. Non puoi semplicemente indossare questi panni e poi deludere, devi vivere ogni momento con quella barba, quei baffi, tutto ciò che significano, cosa significa l'armatura, come si muove, come si esprime».

Fortunatamente, il lavoro sul set ha reso naturale il processo d’immedesimazione, rendendo l’esperienza unica e indimenticabile: «È stato anche incredibile. Mi sono sentito trasformato. Sono diventato Stoick durante le riprese. Ero più lui che me stesso, ed è un modo molto più memorabile di essere. Vivevo quella storia ogni giorno su quei set, con quel costume, e mi sentivo spossato come lui. Poi inizi a pensare come lui, a sentirti come lui».

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