“Biancaneve”: Disney blinda la première per proteggere le attrici protagoniste
Il 21 marzo l’uscita nelle salePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo vari scossoni ed imprevisti, l’adattamento live action del film d’animazione Disney “Biancaneve” s’appresta finalmente ad approdare nelle sale il prossimo 21 marzo. Prima ancora dei suoi valori produttivi, ad aver attirato l’attenzione sul titolo è stata la folta schiera di controversie e dibattiti scatenati da parte dell’utenza, lamentatasi di alcune scelte ambigue e poco oculate messe in atto dalla casa di produzione.
Procedendo con ordine, oltre agli iniziali ritardi dovuti allo sciopero di attori e sceneggiatori, le prime lamentele si sono accese poco dopo l’assegnazione del ruolo da protagonista ai Rachel Zegler: un’attrice di origine latina che pertanto non appartiene alle stesse radici culturali della controparte originale. A questo aspetto si sono aggiunte le critiche relative alla scoperta di una pesante riscrittura della trama; con Biancaneve che, padrona del proprio destino, sembrerebbe non verrà più salvata dal principe. Ciò lo avrebbe confermato la stessa Zegler in un’intervista a Variety durante il D23 di due anni fa: «Non verrà salvata dal principe. Non sognerà il vero amore. Sognerà di diventare la leader che sa di poter essere».
Altro aspetto che ha infastidito i fan è stata una certa incoerenza nelle scelte etiche, come il fatto di omettere gli stereotipi negativi sull’origine etnica mantenendo invece quelli sui nani. Su questo aspetto è intervenuto tempo addietro Peter Dinklage, star de “Il Trono di Spade”, dichiarando quanto segue: «Sono rimasto un po' sorpreso. Erano molto orgogliosi di aver scelto un'attrice latina per il ruolo di Biancaneve, ma stanno comunque raccontando la storia di Biancaneve e i sette nani. Fate un passo indietro e guardate cosa state facendo».
A questa osservazione ha replicato prontamente la Disney col seguente messaggio: «Per evitare di rafforzare gli stereotipi del film d'animazione originale, stiamo adottando un approccio diverso con questi sette personaggi e ci siamo consultati con i membri della comunità del nanismo».
Come se non bastasse, ha suscitato polemiche l’attrice israeliana Gal Gadot, ingaggiata per il ruolo della strega cattiva, in particolare dopo alcune dichiarazioni poco concilianti nei confronti della comunità palestinese al summit annuale dell'Anti-Defamation League di New York City del 4 marzo: «Non avrei mai immaginato che nelle strade degli Stati Uniti e in diverse città del mondo avremmo visto persone non condannare Hamas, ma celebrare, giustificare e applaudire un massacro di ebrei».
Una situazione tanto complicata ha inevitabilmente costretto Disney a blindare lo scorso 15 marzo la première ufficiale del film, al fine di proteggere le star contro eventuali aggressioni da parte dei contestatori anti-woke e dei sostenitori pro Palestina. Allo stesso tempo, è stato deciso con una mossa insolita di ridurre l’evento promozionale, limitando i fotografi e affidandosi a una troupe interna per il red carpet a Hollywood, con l’effetto collaterale di alimentare ulteriormente le sfuriate anche da parte del cast.
Ad aver espresso il proprio dissenso su questo punto è stato Martin Klebba, l’attore che ha prestato la voce al personaggio di Brontolo. Senza peli sulla lingua, ha detto in proposito: «Sono seriamente sconcertato e un po' incazzato per il fatto che la Disney abbia cancellato quella che avrebbe dovuto essere una grande anteprima per un film così importante».
Tornando al tema del nanismo, sulle difficoltà che riscontrano gli attori di questo gruppo sociale quando si tratta di affermarsi ad Hollywood e in linea con le posizioni di Dinklage, Klebba ha ammesso che la scelta di realizzare i sette nani in CGI non è stata per Disney un modo di contenere le reazioni negative, poiché sarebbe stata approvata già dal principio, escludendo perciò la possibilità di assegnare le parti a degli attori in carne ed ossa: «Per quanto ne so, l'idea di usare la CGI per i nani era già in programma dall'inizio e non è una conseguenza delle dichiarazioni di Dinklage».
Una partenza, insomma, che sembra già non esser facile. L’augurio dell’attore è quello di poter godere e valutare il film al di là dei preconcetti e dei polveroni che ne sono scaturiti, cercando di trarre il buono dall’impegno speso nel progetto in questi anni di lunga e tortuosa gestazione.