Aveva festeggiato 100 anni lo scorso 20 aprile, ricevendo gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: Gianrico Tedeschi, decano del teatro italiano, volto caro al grande pubblico grazie al varietà e alla pubblicità in tv con Carosello, è morto la notte scorsa nella sua casa di Crabbia di Pettenasco, sul lago d'Orta, in provincia di Novara.

Nato a Milano nel 1920, Tedeschi ha trascorso 70 anni in scena - appena quattro anni fa recitava ''Dipartita finale'' con la regia di Branciaroli - attraversando il Novecento e rappresentandolo nel bene e nel male, grazie alla sua fedeltà a principi etici e civili oltre che artistici, alla sua ironia e soprattutto alla sua umanità.

GLI ESORDI - Diplomato a vent'anni, Tedeschi parte poi per la guerra, sottotenente in Grecia, e dopo l'8 settembre, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, finisce in un lager nazista in Germania dove recita con i compagni di prigionia (da Giovanni Guareschi a Enzo Paci). Dopo la Liberazione riesce a entrare in Accademia a Roma e nel 1947 debutta, scelto e diretto da Strehler. Inizia così una carriera di successo, che lo vede lavorare con registi che vanno da Visconti a Ronconi, passando per Garinei e Giovannini per un celeberrimo ''My fair lady'', come lo porterà a partecipare agli storici sceneggiati tv, a diventare amato personaggio di un Carosello di dolciumi, a essere in radio con Raffaella Carrà, a far cinema con, tra i tanti, Bragaglia, Steno, Dessin e Rossellini.

Recita con Ruggero Ruggeri e Salvo Randone, passando per Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Romolo Valli e tantissimi altri, ma anche Renato Rascel e Domenico Modugno, per arrivare oggi ad avere accanto giovani come Massimo Popolizio, Sergio Rubini o Marina Massironi.

LUNGA CARRIERA - Testimone e protagonista, quindi, di un secolo di teatro. E a chi, l'ultima volta in cui è salito su un palcoscenico, a 96 anni, gli chiedeva se non gli costasse fatica, rispondeva: ''Al contrario, la scena dà forza''.

In tutta la vita Tedeschi non si è mai tirato indietro, passando dai classici all'amato Pirandello, da Goldoni a Ionesco. Con Strehler è passato da ''Arlecchino servitore di due padroni'' all'''Opera da tre soldi'', poi ''La locandiera'' e ''Tre sorelle'' con Visconti, i lavori di Testori con Ruth Shammah, il Bernhard del ''Riformatore del mondo'' regia di Maccarinelli, sino all'impietoso Oldfiel in ''la compagnia degli uomini buoni'' di Bond con Ronconi, che gli valse l'ultimo premio come miglior attore dell'anno nel 2011, quando aveva 91 anni.

(Unioneonline/v.l.)
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