Era il 27 maggio del 1977 quando il film "Padre padrone" di Paolo e Vittorio Taviani vinse a sorpresa la Palma d'oro al festival di Cannes.

Scelta rivoluzionaria di Roberto Rossellini, allora presidente della Giuria, fu un successo straordinario per il cinema italiano. Rappresentò contemporaneamente per Gavino Ledda, autore del libro a cui i registi si ispirarono, l'inizio di una inaspettata parabola letteraria e umana.

Il documentario "Dalla quercia alla palma. I 40 anni di padre padrone" ripercorre il senso della vittoria al concorso internazionale. Attualmente in fase di post produzione, il lavoro avrà un'anteprima durante l'estate tra la Sardegna e Roma.

Il film ha la regia di Sergio Naitza con immagini di Luca Melis e per il montaggio di Davide Melis. È prodotto da Karel Film and Video production con la collaborazione della sede regionale Rai per la Sardegna e della Società Umanitaria - Cineteca sarda.

Realizzato con la partecipazione di Paolo e Vittorio Taviani, Omero Antonutti, Saverio Marconi, Gavino Ledda, Nanni Moretti, il documentario riporta negli stessi luoghi, tra Sassari e Cargeghe, in cui fu girato "Padre padrone" comparse sarde e attori protagonisti: Omero Antonutti (il padre padrone) e Saverio Marconi (Gavino Ledda adulto).

Il compito di rinnovare la memoria spetta ai registi Paolo e Vittorio Taviani. Mentre il compito di orchestrare le tante voci che concorrono alla ricostruzione della straordinaria esperienza artistica (fra le altre quella di Nanni Moretti che ricoprì in quel film un piccolo ruolo) è affidato allo scrittore Gavino Ledda.

Il documentario di Sergio Naitza, raffrontando il passato col presente, consente più piani di lettura: permette di misurare l'entità del cambiamento che ha interessato i luoghi di "Padre padrone" e di indagare i sentimenti di rifiuto che molti sardi ebbero davanti al film che invece significava ribellione ed emancipazione da una condizione di solitudine e analfabetismo.
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