Roberto Ragnedda, 42 anni, avvocato, resta al suo posto. Succede a se stesso e per Arzachena diventa il 27º sindaco. Gli elettori lo hanno confermato ieri recandosi a votare in numero più che sufficiente per garantire il quorum (oltre il 40%) richiesto.

Una competizione elettorale dove il primo cittadino uscente correva da solo, e l’unico avversario era il limite minimo di schede nell’urna. «Sapevamo che gli arzachenesi non avrebbero accettato un epilogo con un commissario», ha commentato a caldo Ragnedda. «Sapevamo che ci sarebbe stata una grande reazione perché conosciamo l’identità e la voglia dei residenti di Arzachena di essere un popolo libero e che si autodetermina».

Non sarà dunque un commissario nominato dal presidente della Regione, ad amministrare la città ma un nome democraticamente (ri)eletto. Un esito importante sia perché garantisce la continuità amministrativa sia perché avviene in concomitanza col Centenario dell’autonomia. Un flop per chi ha avuto cinque anni di tempo per organizzare un’alternativa a Ragnedda, e che, probabilmente, auspicava il mancato quorum.

Ieri sono stati eletti i candidati della lista: Cristina Usai, Valentina Geromino, Claudia Giagoni, Nicoletta Orecchioni, Stefania Fresu, Daniela Desogus, Alessandro Careddu, Alessandro Malu, Massimo Azzena, Fabio Fresi, Michele Occhioni, Mario Russu, Salvatore Mendula, Rino Cudoni, Francesca Pileri e Giovanni Carta.

Oggi lo spoglio delle preferenze che probabilmente influiranno sull’assegnazione degli incarichi assessoriali.

Claudio Ronchi

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