Avete mai pensato che il corpo ha i suoi cicli, giorno dopo giorno? Ad esempio, normalmente la pressione arteriosa tende a scendere la notte, per poi risalire la mattina. Normalmente, appunto.

Ci sono infatti persone che non rispondono a questa regola e che quindi dovrebbero prestare attenzione alla situazione, parlandone con il medico per prendere le opportune contromisure.

In termini anglosassoni vengono definiti "non-Dipper", proprio per distinguere il quadro cui vanno incontro da quello dei "Dipper", ovvero la maggior parte degli individui che con il calare delle tenebre e con il sonno vedono massima e minima calare.

Nei non-Dipper, invece, i livelli della pressione sistolica e diastolica non solo rimangono stabili, ma a volte addirittura aumentano.

Secondo gli esperti il Reverse Dipping, ovvero la risalita dei valori di pressione arteriosa la notte, si può associare a una maggior prevalenza di danno d'organo con particolare riferimento al cuore, al cervello e alla circolazione.

A rischio sono soprattutto le persone che presentano una funzione renale alterata, con iperattività del sistema nervoso simpatico, con disturbi del sonno. Il quadro si può manifestare anche nelle forme di ipertensione secondaria di natura renale o endocrina, cioè legata a meccanismi ormonali.

Anche se può sembrare strano, poi, questo meccanismo "rovesciato" potrebbe avere effetti anche sulla memoria.

Lo dice una ricerca condotta all'Università Columbia di New York, pubblicata su Neurology. Sono stati studiati in oltre 400 persone di circa 60 anni (più della metà ipertesi o comunque trattati per questo problema) i valori pressori, ogni quarto d'ora di giorno e ogni mezz'ora di notte.

Poi si sono valutati con tecniche sofisticate le attività delle aree cerebrali e sono stati fatti test su memoria e capacità di comprensione. In media, quasi sei persone su dieci tra quelle coinvolte nella ricerca soffrivano di ipertensione o comunque assumevano farmaci per controllare la pressione.

Federico Mereta
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