Avete parlato spesso delle cure per i tumori durante l’emergenza legata al coronavirus. Ma non vi siete mai concentrati su chi ha bisogno di radioterapia. Come sono state le risposte in questo senso?

Si può dire che i Dipartimenti di radioterapia oncologica italiani hanno risposto rapidamente ed efficacemente, all’emergenza sanitaria da Covid-19, continuando ad effettuare, seppur tra molte difficoltà, i trattamenti radioterapici per i pazienti ad elevata priorità oncologica, gestendo bene il compromesso tra rischio di infezione e necessità di cura. A dirlo, su scala nazionale, è un’indagine promossa dall’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO), coordinata dal Professor Vittorio Donato, Presidente AIRO e dalla Professoressa Barbara Jereczek-Fossa, Direttore della Divisione di Radioterapia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Lo studio ha coinvolto tutti i Direttori dei Servizi di Radioterapia oncologica italiani: su 176 centri contattati, hanno risposto ben 125, attivi su tutto il territorio italiano. “L’indagine è una fotografia reale di quanto accaduto in questi mesi di grave emergenza sanitaria sull’intero territorio nazionale, inclusa la Lombardia: infatti i 125 centri che hanno risposto sono distribuiti in tutto il Paese con una rappresentanza lombarda del 20%. I reparti radioterapici non solo hanno protetto i loro pazienti e il personale ma con uno sforzo immenso hanno continuato ad erogare prestazioni salvavita ai pazienti in trattamento e con malattia attiva. L’utilizzo del teleconsulto è stato di grande utilità come metodica alternativa a distanza ai controlli e al follow up face to face. Abbiamo, inoltre, garantito il lavoro dei dipendenti attraverso il telelavoro. L’uniformità dei provvedimenti adottati su scala nazionale è stata resa possibile anche grazie ai documenti di indirizzo in costante aggiornamento da parte di AIRO”.

Vittorio Donato

presidente AIRO
© Riproduzione riservata