Prevenzione e cura. Più efficace perché diversificata e mirata. Test genomici protagonisti al Mater Olbia nel congresso sulla loro utilità nella lotta al tumore al seno. L’evento, promosso da Antonello Domenico Cabras, direttore della Patologia e Diagnostica Molecolare Oncologica dell’ospedale, ha rappresentato l’occasione per dibattere gli aspetti più salienti e quelli ancora controversi nella richiesta e interpretazione dei risultati dei test multigenici nel carcinoma alla mammella.

Nella consapevolezza che i test genomici sono stati validati come biomarcatori prognostici, e che forniscono quindi informazioni sul rischio di recidiva, e che tra i differenti test uno ha anche valore predittivo, ed è dunque in grado di fornire una stima del beneficio associato alla chemioterapia. Un aspetto fondamentale se è vero che diversi studi hanno dimostrato che non tutte le pazienti hanno le stesse probabilità di trarre beneficio da essa. «Stiamo vivendo una vera rivoluzione nell’oncologia di precisione: abbiamo a disposizione tecnologie innovative per identificare i bersagli di farmaci personalizzati molto efficienti», è intervenuto Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Patologia dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano e Professore ordinario di Anatomia Patologica all’Università degli Studi di Milano. «La sfida nuova per i sistemi sanitari è integrare velocemente questi nuovi strumenti nel percorso di cura dei pazienti, per evitare disparità di trattamento e migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita».

I test genomici sono considerati uno strumento diagnostico di supporto estremamente importante per il medico nella scelta delle opzioni di cura più efficaci, in quanto forniscono indicazioni utili a evitare, in oltre il 50 per cento dei casi, un sovratrattamento potenzialmente associato a un rischio di tossicità, quale la chemioterapia: rappresentano quindi un passo avanti verso una medicina sempre più personalizzata e un’oncologia di precisione. Nelle pazienti con carcinoma mammario a rischio clinico intermedio, e per le quali sia quindi necessaria un’ulteriore definizione della effettiva utilità dell’aggiunta della chemioterapia adiuvante al trattamento endocrino, i test genomici (es. Oncotype Dx®, Mammaprint) sono prescrivibili in regime di rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale. In Sardegna è possibile effettuare i test genomici per il carcinoma mammario ormonoresponsivo in stadio precoce, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, secondo quanto stabilito dalla delibera di Giunta 36/50 del 31/08/2021 su proposta dell’Assessore alla Sanità, che recepisce e fornisce attuazione alle indicazioni del Decreto del Ministro della Salute del 18 maggio 2021.

E in questo quadro il Mater Olbia si inserisce nella rete territoriale sarda già esistente per la presa in carico e la gestione di pazienti affetti da questa patologia e per i quali è indicato un test genomico che è possibile effettuare a Cagliari o a Sassari.

Ilenia Giagnoni

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