“Tumore del marinaio”, al via i test per il primo vaccino a mRna
Sono 600 i pazienti arruolati, quasi tutti anziani con un passato di esposizione al sole molto intensoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Parte l'arruolamento dei pazienti per il primo vaccino terapeutico a mRna contro il carcinoma della pelle a cellule squamose. È il cosiddetto “tumore del marinaio”, uno dei tumori della pelle più diffusi che colpisce soprattutto chi si è esposto troppo al sole senza accurata prevenzione - come marinai, braccianti, muratori - e che, se individuato in stadio avanzato, è molto difficile da trattare.
A promuovere la sperimentazione è l'Istituto tumori Irccs Pascale di Napoli.
«La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili», spiega Paolo Ascierto, direttore del dipartimento Melanoma e tumori della cute, immunoterapia oncologica sperimentale e terapie innovative del Pascale, che ha iniziato uno studio di fase 2 randomizzato su 600 pazienti arruolati: persone anziane, per lo più uomini, con un passato di esposizione al sole molto intenso, con lesioni della cute molto gravi. Di questi, 250 verranno trattati con due cicli di vaccino e l'immunoterapico Pembrolizumab a cui seguirà l'intervento chirurgico e poi il trattamento adiuvante. Altri 250 saranno trattati soltanto in sala operatoria, e gli ultimi 100 sottoposti a due cicli di immunoterapia, chirurgia e immunoterapia adiuvante, senza il vaccino.
Il vaccino terapeutico «si basa sulla stessa tecnologia adottata per quelli contro il Covid, e quello per la cura del melanoma iniettato per la prima volta in Italia qui al Pascale, lo scorso gennaio», evidenzia Ascierto. Utilizza mRna sintetici progettati per "istruire” il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamate “neoantigeni”, espressione di mutazioni genetiche nelle cellule malate.
Il suo scopo non è prevenire la malattia ma aiutare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e attaccare più efficacemente il tumore.
Gli studi neoadiuvanti, conclude Ascierto, «hanno già dimostrato come l'immunoterapia sia un trattamento molto efficace e quindi è il setting di pazienti migliore da selezionare per il vaccino».
Con Francia e Australia apripista, in Italia dopo il Pascale i centri in cui verranno arruolati i pazienti sono il Giovanni Paolo II di Bari, Le Scotte di Siena, il San Martino di Genova, l'Umberto I di Roma, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l'Humanitas, lo Ieo e l'Istituto dei tumori di Milano.
(Unioneonline/v.l.)