In crescita il numero di trapianti in Sardegna. Nel 2019 si è passati a 76 dai 64 dell'anno precedente: 27 interventi hanno riguardato il fegato, 46 il rene e 3 il cuore.

Dati da collegare a un complessivo incremento (pari al 30% ) del numero delle segnalazioni relative a soggetti con lesioni cerebrali sottoposti ad accertamento di morte encefalica. Per segnalazioni la Sardegna è quarta tra le regioni italiane. I donatori procurati, cioè quelli con idoneità clinica e con il consenso al prelievo, sono stati 61 (57 nel 2018). I donatori utilizzati (quelli di cui è stato trapiantato almeno un organo) sono stati 44.

È la fotografia sull'attività di donazione e trapianto in Sardegna nel 2019 illustrata dall'assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e dal coordinatore del Centro regionale trapianti, Lorenzo D'Antonio. Quest'ultimo, dopo aver descritto il trend del 2019, si è soffermato sul numero delle opposizioni, cioè della mancanza di consenso all'espianto di organi. Per il 2019 la percentuale si attesta al 23,9 (29,9% a livello nazionale).

"Le opposizioni sono una spina nel fianco, un fatto frustrante per gli addetti ai lavori", ha commentato.

Infine le attese: i tempi in Sardegna sono inferiori rispetto alla media. In particolare i pazienti hanno dovuto aspettare 63 giorni per un trapianto di fegato (150 la media italiana), 85 per il cuore (360 la media nazionale), 240 per il rene (750 media nazionale).

Ro. Mu.
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