I benefici del regime alimentare tradizionale della Sardegna e delle altre cinque Blue Zones (ovvero le aree del mondo caratterizzate da una grande longevità della popolazione) sono noti e studiati ormai da anni.

In questi giorni su Netflix è anche sbarcato un documentario, dedicato proprio ai “segreti” dell’Isola e a quelli delle altre cinque "Zone Blu” (Ikaria in Grecia, Okinawa in Giappone, Loma Linda in California e la penisola di Nicoya in Costa Rica) del mondo. 

Ora, da Singapore, arriva uno studio – pubblicato sulla rivista scientifica Food & Function – che non solo conferma il “potere” della dieta sarda e di quelle delle altre terre regine di longevità, ma che per la prima volta traccia un collegamento diretto tra queste diete e il benessere degli occhi e della vista. 

In particolare, la ricerca si è focalizzata sul consumo di uva, nella versione “classica” e in quella fermentata (il vino), tipico soprattutto delle due zone blu del Mediterraneo, la Sardegna e Ikaria.

Il team di ricercatori asiatici ha reclutato 34 persone, che sono state divise in due gruppi: uno ha consumato per 16 settimane l’equivalente giornaliero di 1 tazza e mezzo di uva da tavola, mentre all’altro è stato somministrato un placebo per lo stesso periodo. 

Risultato: coloro che hanno assunto uva hanno mostrato un aumento significativo della salute della retina, soprattutto per quanto riguarda la densità ottica del pigmento maculare.

Chi invece ha assunto il placebo ha fatto registrare un aumento dello stress ossidativo e un aumento degli Age, ovvero composti chimici prodotti quando gli zuccheri si combinano con proteine o grassi, alla base di numerosi disturbi degli occhi. 

L’uva, insomma, grazie al suo ricco contenuto di antiossidanti e altri polifenoli sarebbe un alleato naturale per prevenire e contrastare i problemi alla vista

«Il nostro studio – spiegano i ricercatori del team, guidati dal professor Jung Eun Kim – è il primo a dimostrare che il consumo di uva ha un impatto benefico sulla salute degli occhi negli esseri umani, il che è molto entusiasmante».

«Lo stress ossidativo – aggiungono gli autori della ricerca – è un fattore di rischio chiave per i disturbi visivi e il consumo di alimenti ricchi di antiossidanti nella dieta può aiutare a gestire tali disturbi. E l'uva – concludono i ricercatori - è proprio un frutto anti-ossidante facile e accessibile che può avere un impatto benefico in quantità normali di appena una tazza e mezzo al giorno».

Vale per l’uva in chicchi, ma ovviamente vale anche per quella “liquida” o fermentata: il succo o il vino (quest’ultimo ovviamente assunto con moderazione). 

Ricerche precedenti avevano già dimostrato che in Sardegna l’abitudine di bere vino Cannonau garantisce un livello maggiore di flavonoidi che “ripuliscono le arterie” rispetto agli altri vini, abbassando dunque il rischio cardio-vascolare

Ecco ora lo studio di Singapore, che certifica che alzare i calici come si fa in Sardegna (con vino sardo) assicura benessere agli occhi e può essere un alleato prezioso per prevenire anche molte patologie legate alla vista. 

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