Raccontano di un asino che, abituato a mangiare solo erba fresca, la migliore, rifiutava il foraggio secco. Il suo stalliere, preoccupato, ricorse a un ingegnoso stratagemma: fece indossare all'asino un bel paio di occhiali verdi, e da quel momento l'animale mangiò tutto quello che gli propinavano, senza più bizze.

L'Università, di questi tempi, rassomiglia sempre di più all'asino con gli occhiali verdi.

L'emergenza pandemia ha costretto alle lezioni telematiche. Si tratta di una necessità: a mali estremi, estremi rimedi. Ne siamo tutti pienamente consapevoli. L'importante è non convincersi che il nero è bianco, e il bianco è nero, come l'asino con gli occhiali. La lezione virtuale è come l'amplesso virtuale. Per carità, sempre meglio di niente. Ma alla fine ti accorgi che manca qualcosa…..È tutto più asettico, sono vietati i preliminari, le divagazioni, si va subito al dunque e l'impegno di energie è ridotto al minimo. La lezione è somministrata in pillole, come le barrette energetiche. Utilizzando il minor tempo possibile, perché lo strumento telematico, si sa, è prezioso, e non se ne può abusare.

Dalle lezioni a distanza si è poi passati agli esami a distanza. E qui si fa subito un salto sulla sedia, visto che chiunque abbia un minimo di esperienza nel settore si rende conto che è praticamente impossibile avere il pieno controllo delle condizioni ambientali in cui l'esame si svolge, a garanzia della correttezza dell'esame stesso. Senza considerare che, anche in sede d'esame, è fondamentale l'interazione diretta tra docente e studente. Eppure, attraverso gli occhiali verdi, siamo riusciti a considerare non solo possibili, ma forse addirittura preferibili gli esami per via telematica.

Ma la più ardita arrampicata sugli specchi si è avuta con la proposta dei tirocini per via telematica. Per capirci, parliamo della frequenza nei laboratori e nei reparti clinici da parte di studenti che saranno futuri medici, infermieri, ricercatori, una tappa fondamentale nella formazione di queste come di altre figure professionali. Ora, è chiaro a tutti che uno studente non può trasformare il suo soggiorno di casa in corsia d'ospedale, immaginando pazienti virtuali intorno a sé ai quali prestare assistenza. Eppure siamo riusciti a far finta che anche questo sia possibile.

Qual è il problema? È perfettamente giustificato che l'Università sia ricorsa allo strumento telematico per surrogare, per quanto possibile, all'impossibilità dell'attività in presenza. Ciò che non può e non deve succedere è che questo si traduca in un progressivo allontanamento dai dati di realtà, con gravi conseguenze sull'efficacia dei percorsi formativi. La verità è che il totem aziendalistico dell'efficientismo ha pervaso anche l'Università, per cui è facile spiegare la sua estrema vulnerabilità all'effetto distorsivo degli occhiali verdi, solo in parte legato all'attuale emergenza.

Ezio Laconi

(Università di Cagliari - Dipartimento di Scienze Biomediche - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Unità di Medicina Sperimentale)
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