Covid, lombosciatalgie, infezioni, antibiotico resistenze, tumori, Sla e demenze, senza trascurare la medicina estetica: l’ossigeno-ozonoterapia trova valide applicazioni in una miriade di patologie, compreso il post-covid, la fibromialgia e la maculopatia.

Il tema è stato oggetto dell’ultimo corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari, e tenutosi sabato mattina presso la sala conferenza dell’hotel Grazia Deledda a Sassari. Responsabili scientifici dell’ECM denominato “Ossigeno-ozonoterapia: nuova frontiera della salute”, Nicola Addis, presidente dell’Omceoss e Nella Manconi, specialista nella terapia del dolore.

L’ossigeno-ozonoterapia è un trattamento medico, una terapia fisica, riconosciuta dal servizio sanitario nazionale, in grado di modificare le sostanze che producono l’infiammazione rendendole “incapaci” di produrre dolore. Favorisce il microcircolo e la nutrizione dei tessuti. Oggi la Comunità scientifica ne riconosce la validità come antiossidante, una sostanza che spazza i radicali liberi e agisce sui liquidi biologici. Ha la stessa capacità di azione del cortisone, senza effetti collaterali ed un effetto antalgico di 3/6 mesi in più rispetto ad altri rimedi.

Secondo la relazione di Nella Manconi, che ha aperto i lavori, l’ozono terapia, benché trovi innumerevoli applicazioni, non deve essere utilizzata in pazienti ipertiroidei, diabetici, fabici e durante le gravidanze. In remoto si è collegato Mariano Franzetti, dell’Università di Pavia, che ha avuto modo di sperimentare gli effetti della terapia, su se stesso, quando si è infettato col Covid nel 2019, nella prima e più letale ondata del virus a Bergamo. «Mentre altri pazienti con le mie stesse sintomatologie, intubati e in terapia intensiva hanno avuto una degenza di oltre 45 giorni, io ho reagito in 7 giorni».

Franzetti aveva proposto immediatamente questa soluzione all’Istituto Superiore della Sanità. Il responsabile dell’epoca, Silvio Brusaferro, ha messo a disposizione 15 ospedali in soli 3 giorni, riuscendo a trattare e salvare 100 pazienti in terapia intensiva, persone con gravi problematiche respiratorie e una prognosi mortale superiore al 95 per cento. Sempre in remoto si è collegato anche Luigi Valdenassi, presidente nazionale Sioot, Società scientifica internazionale di ossigeno ozonoterapia, dell’Università di Pavia. Il massimo esperto europeo di ozono-terapia ha illustrato le proprietà di questo trattamento contro l’invecchiamento cerebrale e il declino neurovegetativo.

Lo specialista dei dolori lombari ed ernia discale, Valter Santilli, direttore dell’Università di fisiatria di Roma ha posto l’accento sulla corretta diagnosi e sull’importanza della visita del paziente. La giornata si è chiusa con l’intervento di Sergio Mameli, direttore di Unità complessa di terapia del dolore, di Cagliari, che ha illustrato i benefici dell’ossigeno-terapia nel dolore che il cervello associa ad un trauma.

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