Sanità oristanese allo sfascio, i sindacati confederali accusano la Regione
Per i sindacalisti l’emergenza sanitaria ha messo in evidenza la vulnerabilità di una provincia priva di presidi sanitari diffusi sul territorio
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“Chi governa la Regione ha solo aumentato i posti di potere nella sanità; aggravando ulteriormente il costo a carico di tutti i sardi, non garantendo una degna sanità e cure certe ai sardi e alla nostra Provincia”.
Dito accusatore dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, contro la politica regionale, responsabile del mal funzionamento della sanità pubblica locale. Sprechi, mancanza di prevenzione, organizzazione carente (non solo della pandemia), mancanza di personale, sono solo alcune delle criticità di un sistema che si trascina da troppo tempo senza soluzioni.
“La pandemia ha evidenziato tutti i limiti del Servizio sanitario nazionale - osservano i segretari provinciale Andrea Sanna (Cgil), Alessandro Perdisci (Cisl) e Franco Mattana (Uil) – incapace di gestire adeguatamente le emergenze sanitarie e sociali. Assenza di posti nelle terapie intensive, carichi eccessivi di lavoro sul personale sanitario, ospedali sovraffollati, mancanza assoluta ed incapacità di programmazione che continua tutt’ora durante la campagna vaccinale”.
Per i sindacalisti l’emergenza sanitaria ha messo in evidenza la vulnerabilità di una provincia priva di presidi sanitari diffusi sul territorio, che avrebbero consentito di allentare la pressione insopportabile sui reparti e sui pronto soccorso dei grandi ospedali, che invece sono strati travolti da picchi improvvisi ed intensi di domanda sanitaria.
“L'esempio di Ghilarza non ci convince; nega il diritto ad avere una sanità pubblica garantita dalla costituzione, che anche la rappresentanza politica oristanese sembra aver ormai dimenticato di rivendicare. È auspicabile che non si ceda alla stessa tentazione per il San Martino di Oristano che deve diventare presidio sanitario provinciale di garanzia ai cittadini”.
Cgil, Cisl e Uil annunciano la mobilitazione e auspicano l'adesione di tutte le associazioni e dei cittadini della provincia, per rivendicare e difendere il diritto alla salute.