Una nuova procedura sanitaria pediatrica per la valutazione dei rischi derivati dall’esposizione dei minori alle nuove tecnologie e con un doppio obiettivo: tutela della salute dei più piccoli e prevenzione del cyberbullismo. È il “Bilancio di salute digitale”, pronto alla sperimentazione nell’Isola. Un progetto collegato ad uno studio realizzato tra Nuoro, Cagliari, Sassari, Oristano e Regno Unito da un team di pediatri e psicologi, lavoro oggi in pubblicazione sulle pagine della rivista scientifica internazionale “Journal of Pediatric and Neonatal Individualized Medicine”.

«Parliamo di uno strumento innovativo rivolto ai pediatri, un protocollo informatizzato che nasce dall’esigenza di monitorare lo stato di salute dell’individuo, dall’infanzia all’adolescenza, in base alla sua esposizione al mondo digitale», spiega l’assessore regionale alla Sanità Carlo Doria. «Una procedura sanitaria – aggiunge – che nasce per valutare se gli strumenti tecnologici utilizzati, il tempo di esposizione e i contenuti digitali visionati siano compatibili con l’età e le caratteristiche psico-fisiche del bambino e prevenire così eventi acuti o cronici in grado di ostacolarne l’evoluzione fisiologica». 

«Il web, i videogiochi, i social media, le chat e i servizi in streaming – precisa ancora l’assessore – fanno parte della nostra quotidianità, ma nel contempo offrono contenuti facilmente accessibili e non sempre adeguati ai più piccoli. In un mondo dove i giovanissimi sono immersi nel digitale, i pediatri giocano un ruolo chiave nell’accompagnarli e nell’educarli a un uso sano e responsabile delle nuove tecnologie. Sin dai primi mesi di vita è infatti necessario proteggere i bambini dai rischi derivati dall’esposizione precoce e accompagnarli nel percorso di crescita, aiutandoli gradualmente a conoscere e gestire il mondo virtuale, promuovendo e garantendo la salute fisica, psichica e digitale».

Secondo uno studio condotto dall’Ifos – Educare al Digitale nelle scuole dell’Isola, l’80% dei bambini in età scolare ha uno smartphone ricevuto generalmente tra gli 8 e gli 11 anni, in uno stadio evolutivo in cui non si hanno le necessarie competenze cognitive per poterlo utilizzare in modo adeguato, il 30% dei bambini in età scolare e il 50% dei preadolescenti gioca con videogame dai contenuti violenti (classificati Pegi 18) e sempre il 30% dei bambini in età scolare e il 70% dei preadolescenti segue contenuti digitali inadeguati per la loro fascia.

«Oggi, nella sua prima fase sperimentale, il Bilancio di salute digitale è utilizzato da dieci pediatri dell’Isola e ha coinvolto centocinquanta famiglie. L’intenzione è ora di portare la procedura a un utilizzo su scala più ampia», conclude l’esponente della Giunta.

(Unioneonline/v.l.)

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