Il professor Roberto Mario Scarpa, di Sassari, è il nuovo presidente della Società Italiana di Urologia (SIU).

L'annuncio è arrivato nel corso del 92esimo congresso nazionale dell'associazione, che si conclude oggi a Venezia con numeri record, circa 2100 partecipanti.

Laureato con lode nel 1979 all'Università di Cagliari, dove ottiene la specializzazione, il professor Scarpa, classe 1954, ha effettuato numerose esperienze prima all’estero (a Berna), poi a Cagliari e a Torino, per approdare infine, nel marzo 2019, al Campus Biomedico di Roma come professore ordinario e come direttore dell'Unità Operativa Complessa di urologia del Policlinico Universitario.

Scarpa resterà come previsto in carica un anno, con un'idea precisa per il suo mandato: più attenzione alla ricerca internazionale, ma anche ai nuovi linguaggi e alla comunicazione interna, nella comunità scientifica, e verso l'esterno.

"La comunicazione - racconta Scarpa - è sempre stata parte della mia vita professionale. Sia per la mia comunità, quella scientifica, sia per il grande pubblico. Negli ultimi anni la comunicazione è stata rivoluzionata, ma l'importanza del linguaggio, della semantica, resta fondamentale soprattutto nel nostro mondo, quello medico, dove l'internazionalizzazione dei termini, delle nuove denominazioni che derivano dall'inglese, rischia di creare distorsioni dei contenuti e fraintendimenti negli studi e nella pratica clinica".

Un altro punto chiave è l'importanza della specializzazione in un contesto più generale. "In ambito medico - spiega il professor Scarpa - questo significa la capacità di gestione delle complicanze, senza le quali l'iper specializzazione diventa un pericolo per il paziente e per il medico stesso. Dunque, è fondamentale che passi il principio secondo il quale è proprio la capacità di gestione delle complicanze il metro di misura della qualità del medico e della struttura".

Anche il rapporto dell'urologia con le altre specialità mediche è fondamentale. "Uno dei miei impegni - precisa ancora Scarpa - sarà quello di contribuire a riportare l'urologia al ruolo che le spetta di innovatrice attenta anche alle regioni anatomiche, considerando il grande ruolo che riveste trattando il 40% dei tumori solidi dell'adulto".

(Unioneonline/v.l.)
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