Caldo e afa sono nemici dei cardiopatici?

L'aumento della temperatura e dell'umidità in estate comportano dei meccanismi di difesa dell'organismo per mantenere inalterata la temperatura corporea. Il sangue fluisce in maggiore quantità attraverso le piccole arterie e i capillari attraverso un processo di vasodilatazione rendendo il corpo caldo al fine di garantire un'opportuna sudorazione. Questo meccanismo è fondamentale per il nostro benessere ma può essere pericoloso nei pazienti cardiopatici. La vasodilatazione comporta un calo dei valori della pressione arteriosa: nelle persone che assumono farmaci per l'ipertensione e/o lo scompenso cardiaco questo può provocare una riduzione eccessiva della pressione con lipotimia, sincope, ma anche disorientamento e stanchezza. È quindi fondamentale ricalibrare nel periodo estivo la terapia farmacologica assunta nel periodo invernale. C'è poi la disidratazione: soprattutto negli anziani nei quali la sensibilità alla sete è ridotta, la dispersione attraverso il sudore di liquidi produce una riduzione di sali minerali che in caso di grave carenza può indurre situazioni potenzialmente mortali. La riduzione del sodio invece può determinare conseguenze neurologiche. La diminuzione dei liquidi circolanti predispone a un aumento dei fenomeni trombotici e al peggioramento della insufficienza renale fisiologica correlata all'età. In tutte queste condizioni è buona regola fare riferimento ai consigli di uno specialista ed evitare l'assunzione di farmaci ed integratori fai da te.
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