L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce l’obesità come “una patologia cronica caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo che può causare problemi medici, psicologici, fisici e sociali”. Esattamente un anno fa, l’ufficio regionale europeo dell’Oms ha presentato il Rapporto sull’obesità in Europa, evidenziando come tassi di sovrappeso e obesità abbiano raggiunto “proporzioni epidemiche in questa parte del mondo”. Il 59% degli adulti europei e quasi un bambino su tre (29% dei maschi e 27% delle femmine) è sovrappeso o affetto dall’obesità, considerata una malattia.

Il cambio di definizione

Se in passato si tendeva a definire l’eccesso di peso come una “condizione”, negli anni le indicazioni guida sanitarie hanno posto l’accento sul fatto che si tratta di una vera e propria patologia, tra le principali cause di morte e disabilità in Europa: stime recenti raccontano di oltre 1,2 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a più del 13% della mortalità totale europea. L’obesità, inoltre, aumenta il rischio di malattie quali tumori, patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2 (è la forma più comune, si presenta quando c’è un deficit di insulina o non viene usata correttamente) e disturbi respiratori. Recenti indagini dell’Oms evidenziano anche che obesità e sovrappeso possono essere considerate causa certa di 13 diversi tipi di cancro; gli esperti ritengono inoltre probabile che l’eccesso ponderale sia direttamente responsabile di almeno 200.000 nuovi casi di tumore all’anno in tutta Europa.

Le concause e il lontano target

Affermare che un individuo sia sovrappeso od obeso solo a causa della combinazione esplosiva tra dieta inadeguata e stili di vita scorretti è riduttivo. Il rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità riporta anche altre cause: tra queste, la vulnerabilità di un peso corporeo inadeguato nei primi anni di vita; i fattori ambientali legati, per esempio, a un elevato tasso di digitalizzione che si traducono nell’acquisto on-line di cibi malsani ma considerati “appetitosi”; e la proliferazione di videogiochi che inducono a una vita sedentaria.

Il piano d’azione che ha come obiettivo quello di arginare l’obesità si sviluppa in ogni caso su più fronti: dagli interventi fiscali - come la tassazione maggiorata sulle bevande zuccherate e gassate - alla riduzione della vendita di cibi malsani destinati a un pubblico particolarmente giovane, per continuare con un accesso più facile ai servizi di gestione dell’obesità e del sovrappeso all’interno del servizio sanitario di base. 

Si aggiungono poi gli sforzi volti a caldeggiare un’attenzione alla dieta da abbinare a un’adeguata attività fisica nel corso della vita (compresi i periodi della gravidanza, del puerperio e dell’allattamento), nonché interventi mirati di sensibilizzazione  a scuola e la creazione di ambienti che migliorino l’accessibilità e la convenienza dei cibi sani, sempre abbinati allo svolgimento dell’attività fisica e sportiva. In sintesi, gli Stati dovrebbero creare “ambienti più abilitanti”, promuovere “investimenti e innovazione nella salute” e sviluppare “sistemi sanitari forti e resistenti”, come riportato dall’Oms.

Tuttavia il lavoro da fare è ancora moltissimo: a oggi nessuno dei 53 Stati aderenti all’Oms risulta essere sulla buona strada per perseguire l’obiettivo dell’Organizzazione stessa in merito alle malattie non trasmissibili e fermare così l’aumento dell’obesità entro il 2025. 

Non solo nei paesi ricchi

Un altro falso mito da sfatare - oltre a quello che dipingeva l’eccesso di peso come una condizione e non una patologia - è quello legato al fatto che il sovrappeso e l’obesità siano patologie correlate esclusivamente ai Paesi ricchi. In realtà, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha sottolineato che risultano in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani. Basti pensare che, in Africa, il numero dei bambini affetti da questa malattia è raddoppiato dal 1990 al 2014, passando da 5,4 milioni a 10,6 milioni; in quello stesso anno, cioè nel 2014, quasi la metà dei bambini sovrappeso al di sotto dei cinque anni viveva in Asia e i bambini sovrappeso o obesi erano all’incirca 41 milioni.

***

Dati già allarmanti per bimbi e ragazzi: incidono molto le cattive abitudini a tavola (e non solo)

La fotografia dei sistemi di sorveglianza nazionali creati per monitorare il fenomeno: un piccolo su cinque sotto i dieci anni presenta un peso troppo elevato per la sua età

L'andamento del fenomeno correlato alla patologia dell'eccesso di peso è monitorato attraverso degli specifici sistemi di sorveglianza della popolazione. Si tratta di uno strumento dalla duplice valenza: da un lato, raccoglie i dati relativi a diverse fasce d'età ("Okkio alla salute", bambini dai 6 ai 10 anni; "Hbsc" riferito agli adolescenti dagli 11 ai 15 anni; "Passi" relativo agli adulti dai 18 ai 69 anni e "Passi d'argento" per gli over 65); dall'altro analizza lo studio delle caratteristiche socio-economiche delle varie regioni italiane al fine di raccogliere ulteriori informazioni su alcuni fattori che potrebbero influenzare l'aumento di peso. Questo meccanismo è stato introdotto dall'Istituto superiore di Sanità nel 2007; nel Piano nazionale della prevenzione, inoltre, l'obesità viene indicata come uno dei fenomeni sui quali occorre agire in maniera importante, significativa e veloce. Entrando più nello specifico, a gennaio 2023 è iniziata la settima raccolta dati di "Okkio alla salute" in tutte le regioni e Province autonome del territorio nazionale. Si sta dunque procedendo alla rilevazione in classe, che terminerà a giugno. Pertanto, gli ultimi dati disponibili a oggi risalgono all'indagine del 2019, considerato il fatto che questo segmento di analisi ha cadenza biennale-triennale e che nel frattempo si è verificata la pandemia da Covid-19.

In quell'anno, avevano risposto al questionario oltre 50.000 bambini delle classi terze della scuola primaria. I dati sono allarmanti: nel 2019 il 20,4% dei piccoli era sovrappeso, il 9,4% obeso. In linea generale, i maschi avevano valori leggermente superiori alle femmine (9,9% contro l'8,8%); rispetto all'obesità, i valori delle regioni del Sud erano superiori e si registrava una prevalenza di obesità nei bambini che vivevano in condizioni socio-economiche svantaggiate o che erano stati allattati dalla mamma per meno di un mese.

Colazione e ginnastica

Nel 2019, l'abitudine a non consumare la prima colazione (8,7%) o a consumarla in maniera inadeguata (35,6%) persiste con la crescita del bambino, così come la fruizione di una merenda abbondante di metà mattina (55,2%).

Il consumo non quotidiano di frutta e/o verdura dei bambini, secondo quanto dichiarato dai genitori, rimane elevato (24,3%); diminuisce, invece, l'assunzione giornaliera di bevande zuccherate e/o gassate (25,4%). I legumi sono consumati dal 38,4% dei bambini meno di una volta a settimana, mentre il 48,3% e il 9,4% consuma rispettivamente snack dolci e salati per più di tre giorni a settimana.

Il 40,3% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dai genitori come sotto-normopeso; il 59,1% delle mamme e dei papà di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata e, tra i genitori di bambini in sovrappeso o obesi, il 69,9% pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva.

Gli adolescenti intervistati hanno invece dichiarato di avere "una discreta percezione della propria qualità di vita", in misura maggiore tra i ragazzi. Riguardo agli stili di vita, dal 21% al 29,6% degli studenti tra gli 11 e i 15 anni non consuma la prima colazione nei giorni di scuola; meno del 10% svolge almeno un’ora quotidiana di attività motoria. Quasi tutti i giovani si relazionano attraverso i social network, mentre permangono negli anni i comportamenti a rischio.

***

Cittadini oversize: casi in aumento

L'obesità e il sovrappeso sono patologie che riguardano sia la fascia infantile e adolescenziale sia, com'è facilmente immaginabile, anche la fascia adulta (distinta tra quella compresa tra i 18 e i 69 anni e quella over65). Secondo i dati dell'indagine "Passi" dell'Istituto superiore di Sanità, nel biennio 2020-2021 quattro adulti su dieci risultavano in eccesso ponderale, di cui tre sovrappeso e un obeso.

La percezione di sé

Le persone in sovrappeso o obese sembrano essere poco consapevoli del proprio stato:  fra le persone in sovrappeso solo meno della metà ritiene troppo alto il proprio peso corporeo; fra le persone obese c’è maggiore consapevolezza, tuttavia non è trascurabile il numero di persone (più di 1 su 10) che ritiene di essere normopeso. Di norma le donne presentano una maggiore consapevolezza e questo è il primo passo verso l'adozione di stili sani sia di vita sia alimentari, specie se indirizzati dal proprio medico di base (42%). Tuttavia, quest'analisi evidenzia una situazione preoccupante: l'attenzione degli operatori sanitari in merito all'argomento è bassa e indirizzata soprattutto alla cura dei pazienti obesi, trascurando quelli sovrappeso. Interessanti anche i numeri che emergono dall'indagine - continuativa dal 2016 - denominata "Passi d'Argento" e relativa agli over 65.

Lo studio racconta infatti di un segmento della popolazione per lo più in sovrappeso (il 57% del totale) e obeso (14% del totale).

Va però segnalato, da questo punto di vista, come l’eccesso di peso risulti meno frequente con l’avanzare dell’età (è al 45% nella fascia di età 65-74 anni, 37% negli over85; l’obesità dal 15% al 12%). Il sovrappeso è maggiore negli uomini, mentre l'obesità si presenta maggiormente nelle regioni del Sud: 16% contro il 14% del Nord Italia. La quota degli over65 in eccesso ponderale è invece stabile dal 2016.

© Riproduzione riservata