A causa del loro tasso di trasmissione molto alto, le malattie infettive sono patologie ancora relativamente comuni. Ma, oltre al morbillo, quali sono le più diffuse? Proviamo a fare chiarezza, analizzando sintomi, durata e pericolosità.

La varicella

La varicella, ad esempio, si manifesta con un rash cutaneo vescicolare che coinvolge tutto il corpo, compresa la testa e le estremità. Queste vescicole tendono a guarire senza lasciare cicatrici. Si tratta di una patologia che si diffonde molto facilmente per via aerea tramite tosse, starnuti o contatto diretto con le secrezioni del rash. Il periodo in cui si è contagiosi inizia 24-48 ore prima dell’eruzione delle vescicole e termina quando tutte le lesioni sono coperte da una crosta. Una delle principali complicanze è l’impetiginizzazione delle vescicole cutanee, ossia l’infezione batterica. Attenzione poi alle infezioni all’apparato digerente e al sistema nervoso centrale, oltre alle polmoniti interstiziali provocate dallo stafilococco.

La rosolia

Va poi ricordata la rosolia, una malattia infettiva esantematica acuta e contagiosa, una delle più comuni tra quelle che possono insorgere in età pediatrica. Le modalità di trasmissione sono due: quella orizzontale (via aerea, tramite goccioline di saliva emesse con tosse e starnuti, oppure per contatto diretto o indiretto) e quella verticale, nota anche come Sindrome da rosolia congenita. In questo caso la patologia passa dalla madre al feto per mezzo della placenta: se una donna non immunizzata viene contagiata, può sviluppare questa problematica, che causa l’aborto in due casi su dieci. La rosolia ha un periodo di incubazione di 12-23 giorni (in media 18), provoca un esantema a rapidissima evoluzione e una febbre moderata o intensa. La fase che prevede l’eruzione cutanea appare a circa due settimane dal contagio.

La pertosse

Nota anche come “tosse dei cento giorni”, la pertosse presenta inizialmente sintomi simili a quelli del raffreddore: naso che cola, tosse lieve, febbre. Con il passare dei giorni, la tosse aumenta e può durare diverse settimane, superando spesso la soglia delle dieci. Questi forti attacchi possono provocare vomito e, nei bambini, anche la frattura delle costole. La patologia viene causata dal batterio gram-negativo e cocco-bacillo Bordetella pertussis: i soggetti infetti sono contagiosi fino a circa tre settimane dopo la fine delle crisi di tosse. Il disturbo si manifesta con più frequenza nella fascia di età due-otto anni.

La parotite

Infine, va citata la parotite, conosciuta comunemente con il termine “orecchioni”, anche se in realtà non colpisce direttamente le orecchie: è una malattia tipicamente infantile, che si localizza nelle parotidi, le ghiandole salivari poste nel retrobocca, dietro ai rami della mandibola oppure sotto le orecchie. Il primo sintomo evidente è il gonfiore delle parotidi, cui seguono mal di testa, febbre, dolori al collo e sotto le orecchie, fastidi nella masticazione: il rigonfiamento delle parotidi porta a una momentanea deformazione facciale, da cui deriva il termine di orecchioni o quello meno utilizzato di gattoni.

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