La laringite è un problema estremamente frequente in questo periodo di repentini cambi di temperatura: siamo passati da un clima quasi primaverile a un freddo invernale, soprattutto nelle prime e nelle ultime ore del giorno, e questi sbalzi possono far calare le difese immunitarie, dando così spazio a una classica infiammazione delle prime vie respiratorie. Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo alla laringite?

Cos’è

La laringite è un processo infiammatorio che colpisce prevalentemente le mucose e può assumere una forma acuta, con una durata inferiore alle tre settimane e che non determina alterazioni anatomiche permanenti della laringe stessa, oppure cronica: superate le tre settimane, la patologia si cronicizza e può portare a una modificazione permanente della struttura laringea. Le cause sono prevalentemente di natura infettiva e virale, solo in minor misura batteriche o fungine. In alcuni casi, la laringite può invece derivare da un problema molto diffuso, come il reflusso gastroesofageo. Meno frequente la laringite dovuta a inalazione di gas tossici. Tra le principali cause di cronicizzazione c’è il fumo di sigaretta, accompagnato dall’abuso di alcol e dalle sinusiti.

La sintomatologia acuta

I sintomi della laringite acuta sono molteplici. Il principale è un costante senso di fastidio e dolore alla gola, nettamente accentuato nel momento in cui vengono effettuati i colpi di tosse, specie in caso di concomitante interessamento della trachea o durante la deglutizione di cibo e saliva. Tosse secca, inizialmente stizzosa e insistente, seguita dopo qualche giorno da tosse produttiva con emissione di catarro e possibile ingrossamento dei linfonodi del collo. Si possono manifestare anche febbre, generalmente non elevata, malessere generale ed astenia (senso di stanchezza), disfonia (raucedine) o afonia completa (la voce diviene roca e si abbassa o scompare completamente): chi ne viene colpito diventa improvvisamente incapace di emettere suoni e di parlare.  In alcuni casi si può presentare dispnea (disagio a respirare), con le caratteristiche della dispnea inspiratoria laringea. Questo può indurre delle crisi di soffocamento in corso di laringospasmo, una situazione clinica tipica dei bambini piccoli favorita dalle piccole dimensioni della laringe a quell’età e destinata a risolversi spontaneamente con la crescita.

La laringite

Nei fenomeni cronici, i sintomi sono rappresentati da un senso di fastidio alla gola con assenza di un vero e proprio dolore tipico della laringite acuta. L’elemento distintivo può essere considerato una raucedine persistente che trasmette una voce roca. Un altro sintomo classico è la tosse irritativa persistente, specie nei bambini allergici a sostanze costantemente presenti nella casa (acari della polvere domestica e forfore di animali) che nel tempo può diventare anche catarrale. Col passare del tempo può manifestarsi anche un ispessimento delle corde vocali con la possibilità di formazione su di esse di polipi che alterano ulteriormente il timbro della voce. è invece più rara la difficoltà respiratoria, che risulta più tipica nei casi di laringite acuta.

Arrivare alla diagnosi

Alla formulazione della diagnosi di laringite si arriva innanzitutto tramite un esame iniziale delle vie aeree, condotto generalmente con l’utilizzo di fibre ottiche rigide o flessibili. La fibrolaringoscopia si esegue introducendo un tubicino flessibile nel naso: questo tubo, percorrendo le vie aeree, raggiunge le corde vocali e le esplora grazie a una microtelecamera che rende possibile la visione della laringe per il raggiungimento di un migliore giudizio diagnostico. Lo sviluppo della tecnologia ha portato anche alla produzione di fibrolaringoscopi con un microchip in punta, ancora più efficaci nella risoluzione delle immagini interne. Esistono poi sofisticati sistemi diagnostici come il Narrow Band Imaging, una tecnologia d’immagine ottica che riesce a rintracciare la vascolarizzazione della superficie mucosa e si dimostra molto utile nella diagnosi precoce di neoformazioni delle alte vie aereo-digestive (VADS).

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Trovare la diagnosi e scegliere la cura: faringiti e tracheiti, così i i meno esperti rischiano l’equivoco

Per una persona poco esperta, laringiti, faringiti e tracheiti possono essere confuse. In realtà, riconoscerle non solo è fondamentale per individuare il giusto trattamento, ma anche per rimanere sereni alla comparsa dei primi sintomi.

La faringite

La faringite, infatti, è il classico “mal di gola”. Un disturbo che generalmente viene associato o a una causa virale, o a una causa batterica.

Questo comporta un’infiammazione della faringe, ovvero il primo tratto dell’apparato respiratorio. La faringe è generalmente suddivisa in tre aree: la rinofaringe, che rappresenta la parte superiore della faringe ed è in comunicazione con le cavità nasali; l’orofaringe, la parte mediana, in comunicazione con la cavità orale; l’ipofaringe, la parte inferiore, che si collega con l’esofago attraverso l’orifizio esofageo superiore. Come la laringite, anche la faringite si differenzia tra acuta e cronica: nel primo caso, la comparsa è improvvisa e si risolve in tempi brevi; nel secondo, la comparsa è progressive e la persistenza più duratura. I sintomi più comuni sono: dolore, difficoltà a deglutire, arrossamento e gonfiore. In alcuni casi può causare febbre e tosse, che può manifestarsi in forma grassa o secca. Il mal di gola può essere provocato anche da fattori esterni e cattive abitudini, nello specifico esposizione all’aria fredda, sbalzi di temperatura, aria troppo secca o troppo umida e fumo.

La tracheite

La tracheite è invece l’infiammazione del condotto attraverso il quale passa l’aria che respiriamo. La trachea è una sorta di tubicino costituito di anelli di cartilagine che parte dalla base della laringe; nella parte inferiore si divide in due rami, detti bronchi, collegati direttamente ai polmoni. L’origine della tracheite può essere batterica oppure allergica, con reazioni ad acari, polveri e pollini. I sintomi sono vari: da un rantolo alla respirazione, che può ricordare un fischio, alla classica tosse, passando per un senso di oppressione o di bruciore al torace e per una difficoltà respiratoria, quest’ultima soprattutto nei casi più gravi.

La tracheite può risultare particolarmente grave nei bambini, dove può manifestarsi con difficoltà respiratoria grave e richiedere un trattamento immediato e ricovero ospedaliero. Esistono poi alcuni casi di tracheite dovuti a ragioni molto rare: un corpo estraneo si blocca a livello della trachea, scatenando un processo infiammatorio, un caso che si verifica soprattutto nei bambini e richiede un intervento immediato; un eccesso, nel corso degli anni, di fumo di sigaretta, che è un forte irritante delle vie respiratorie e che favorisce lo sviluppo di tracheiti croniche; inalazioni irritanti, provenienti da inquinamento lavorativo o ambientale.

Il medico

In tutti e tre i casi (laringite, faringite, tracheite), al medico è sufficiente un esame delle vie respiratorie per formulare la diagnosi. Soltanto in questo modo si può scegliere la cura ideale, che sia a base di FANS oppure, nei casi con un’infezione in corso, a base di antibiotici, per ridurre l’impatto della patologia e risolverla nel minore tempo possibile.

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L’importanza di tutelare la voce: le corde vocali devono essere protette con il riposo fonatorio

Il trattamento farmacologico delle laringiti deve essere effettuato solamente se indicato dal proprio medico di fiducia, che metterà a punto una terapia ad hoc dopo aver effettuato le visite e gli esami necessari al raggiungimento della diagnosi.

Tutelare la voce

Nelle laringiti acute molte cure sono sintomatiche e quindi in caso di catarro va bene l’utilizzo di mucolitici per andare a scioglierlo. Il riposo delle corde vocali diventa fondamentale osservando le tre regole della voce: parlare senza alzare la voce, non parlare molto e non parlare veloce, e tutto ciò perché in parte il problema è muscolare e l’affaticamento dei muscoli vocali non aiuta a recuperare la migliore condizione. Nel caso la voce non dovesse tornare normale, sebbene la causa rimanga sempre l’affaticamento muscolare, è molto utile effettuare un ciclo logopedico per migliorare l’uso dei muscoli della voce e quelli della respirazione (il diaframma in particolare) e per imparare a parlare e a respirare correttamente durante la fonazione. I corticosteroidi vanno bene per ridurre l’edema e l’infiammazione. Qualora si sospetti, oppure venga diagnosticata, un’infezione batterica, va somministrato l’antibiotico. In presenza di reflusso gastroesofageo la terapia con antiacidi è fondamentale. Il fumo e l’alcol vanno eliminati totalmente dalle abitudini quotidiane del paziente altrimenti ogni terapia messa in atto per risolvere la laringite, soprattutto quella cronica e a evoluzione degenerativa, risulta vana.

Con i bambini

Nelle laringiti pediatriche l’uso del cortisone evita la dispnea e in particolare quella notturna che può aggravarsi e mettere a rischio la vita del piccolo paziente. Nei casi in cui la dispnea non dovesse risolversi, è necessaria l’intubazione oro-tracheale oppure la tracheotomia.

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