La pelle è l’organo più esteso del corpo umano e, di conseguenza, il più esposto agli agenti esterni. Questa condizione si acuisce durante i mesi estivi, poiché le alte temperature invogliano a scoprire alcune parti del corpo le quali, di conseguenza, diventano più vulnerabili e soggette a diversi disturbi. Tra questi troviamo senz’altro le infezioni della cute che, in periodo di vacanza come quello attuale, possono presentarsi sia al mare sia in montagna, in forme a volte analoghe e altre volte diverse, interessando tanto gli adulti quanto i bambini.

I diversi veicoli di trasmissione

Le verruche e le impetigini sono due delle infezioni che si contraggono tra le onde del mare e sulla spiaggia, ma anche nuotando in piscina. I bambini sono, insieme con gli anziani e le persone immunodepresse, i soggetti più vulnerabili per quanto riguarda la comparsa delle verruche volgari di mani e piedi. Si tratta di piccoli calli di colore biancastro che si sviluppano sulla pelle dopo avere contratto o essere stati contagiati dal Papilloma virus. Quest’ultimo penetra nell’epidermide attraverso escoriazioni anche di lieve entità e riesce a proliferare grazie al caldo, all’umidità e alle temperature elevate caratteristiche di questa stagione. Secondo recenti studi, in Italia il 10% della popolazione ha dovuto combattere contro questo disturbo almeno una volta nella vita. Complici l’esiguo strato di pelle e la difficoltà nel trattenere l’istinto di grattarsi - gesto che non fa altro che diffondere l’infezione anche ad altre parti del corpo - anche per quanto riguarda le impetigini i soggetti più colpiti sono i bambini.

Si tratta di un’infezione della pelle causata da due batteri specifici, lo streptococco e lo stafilococco; si presenta con bolle che si tramutano in croste e che ricoprono le zone scoperte della cute. D’estate c’è il rischio che l’impetigine si diffonda su tutto il corpo del bambino. In ogni caso occorre contattare tempestivamente il medico di base - o il pediatra - e un dermatologo; non è escluso che, specie per quanto riguarda le impetigini, si debba ricorrere a una terapia antibiotica.

Passeggiando tra i sentieri

Come accennato, le infezioni estive della pelle colpiscono - anche durante il periodo vacanziero - sia al mare sia in montagna o comunque in zone più “selvagge”, in occasione di passeggiate tra i sentieri.

Qui si manifestano dopo essere stati punti da un insetto, di conseguenza al contatto con una pianta urticante o a seguito del morso di una vipera o di un serpente. Nel primo caso, la puntura più comune in questi contesti è quella della zecca: l’insetto, una volta individuato, va staccato con una pinzetta dalla cute, la quale va poi disinfettata. Nel caso in cui non sia stata fatta la vaccinazione o il richiamo contro il tetano bisogna contattare in fretta il proprio medico curante. È importante ricordarsi - oppure annotarsi - quando è avvenuta l’estrazione e, per i successivi 40 giorni, è essenziale monitorare la parte interessata dalla puntura in modo da riferire eventuali gonfiori e arrossamenti.

Le piante urticanti di montagna come l’ortica possono provocare un pizzicore intenso, oppure causare reazioni ben più violente di un’infezione della pelle, come nel caso delle specie velenose riconoscibili per lo più da studiosi e amanti della flora. Se si notano disturbi cutanei eccessivi e prolungati, o se si avverte malessere improvviso e coincidente con l’avvistamento di vipere o altri serpenti, è bene contattare il medico nonché il più vicino centro antiveleno.

Le raccomandazioni da seguire

Esistono alcune precauzioni da adottare per evitare le infezioni cutanee. Per contrastare l’insorgere delle verruche, per esempio, basta indossare sempre le ciabattine evitando così di camminare scalzi in ambienti promiscui e caldo-umidi.

Per debellare l’impetigine è opportuno curare con dedizione l’igiene del bimbo, monitorando che le lesioni non si espandano al resto del corpo e tagliando le unghie per evitare graffi più o meno profondi.

In montagna, i rettili possono essere infine tenuti alla larga indossando scarponi alti fino alla caviglia e usando un bastone per spaventarli attraverso il rumore.

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I rischi delle micosi, tipici fastidi estivi: funghi e muffe sono tra le cause più frequenti

Le infezioni cutanee in estate tendono a manifestarsi con maggiore frequenza, sia a causa della colonnina di mercurio che sale sia perché si tende a scoprire parti del corpo solitamente nascoste da indumenti e che quindi diventano vulnerabili. Tra questi disturbi si annoverano le micosi, conseguenza di alcuni funghi microscopici che possono essere formati da una sola cellula e avere forma ovoidale oppure essere costituiti da più cellule ed essere filamentosi. In generale, le micosi possono essere superficiali, sottocutanee o profonde: della prima categoria fanno parte le micosi delle unghie, della pelle e dei capelli (come la tigna, il piede d'atleta e la pitiriasi versicolor) e la candidosi mucocutanea, che può colpire pelle, bocca, gola ed esofago. Scopriamo insieme quali sono le infezioni estive più diffuse, le cause, le conseguenze e le cure mirate.

Dai sintomi alla cura

Le micosi cutanee di norma non sono dolorose, anche se fastidiose e associate a prurito o a bruciore; solitamente si presentano con macchie marroni o rosa finemente desquamanti e, se non trattate in maniera adeguata, possono protrarsi per settimane. Le micosi tipiche della stagione estiva sono la pitiriasi versicolor e la candidosi delle pieghe cutanee, cioè delle regioni ascellare, inguinale o interglutea. Possono essere causate sia da una cute seborroica sia da un abbassamento temporaneo delle difese immunitarie, ma anche da terapie antibiotiche e da un'alimentazione sregolata basata su un eccesso di zuccheri e un deficit di vitamine. Questo genere di infezioni della pelle, tuttavia, non prolifera solamente al mare o in piscina - dunque in ambienti caldi e umidi - ma anche in zone montane.

Qui si può contrarre la tigna, molto aggressiva e contagiosa, sdraiandosi sull'erba di un prato o stando a contatto con gli animali. La condizione colpisce viso, collo, tronco, braccia, gambe, pieghe inguinali, interno delle cosce e natiche, oppure il cuoio capelluto, la barba e i piedi. L'infezione si manifesta generalmente con macchie circolari a bordi più o meno netti, arrossate, pruriginose e a volte squamose. I disturbi sono variabili in quanto dipendono dalla zona del corpo che viene colpita e possono quindi comparire già dopo quattro giorni o anche tre settimane dopo aver contratto il fungo. Questo non è la sola causa dell'infezione, che può presentarsi anche dopo essere stati a contatto con muffe e lieviti.

Ciò che può evitare il contrarre queste infezioni è l'utilizzo di calzature quando si cammina in ambienti molto frequentati: l'esem­pio tipico sono le ciabatte o le infradito quando si calpesta la sabbia o il pavimento di una piscina. Un'altra regola preventiva è di evitare l'utilizzo promiscuo degli asciugamani, che possono diventare veicolo di trasmissione anche per quanto riguarda le micosi. Bisogna infine assolutamente evitare le cure fai da te o "per sentito dire", rivolgendosi invece al dermatologo (o ginecologo nel caso in cui si tratti di candida).

La cura si basa sull'assunzione di farmaci antimicotici sotto forma di gel, polveri o creme da applicare sulla zona cutanea interessata dall'infezione. Ci sono infine alcuni fattori di rischio non trascurabili, come l'elevata umidità della pelle per sudorazione e la conseguente alterazione del Ph epidermico, che può essere causato anche dall'uso eccessivo di detergenti aggressivi. Tra le cause potenziali spiccano inoltre la scarsa igiene, l'obesità, il diabete, la gravidanza e le terapie prolungate a base di cortisone.

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Focus infezioni: alla scoperta della piodermite

Quando l'infezione della pelle è causata da batteri piogeni come lo stafilococco e lo streptococco ci si trova in una condizione di piodermite. Questo termine indica un insieme di malattie a espressione clinica variabile, accomunate dal fatto che sono causate principalmente dai batteri piogeni.

La problematica può interessare la pelle a livello di epidermide, derma e ipoderma ed essere superficiale o profonda, a seconda appunto della profondità e delle strutture cutanee coinvolte.

Occhio alla localizzazione

In base alla localizzazione, è possibile distinguere diverse forme di piodermite; le più comuni sono l'impetigine, la cheilite angolare, l'intertrigine piogenica, l'erisipela e i foruncoli. La prima - molto frequente soprattutto tra i bambini piccoli - si manifesta con bolle oppure con vescicole, mentre la cheilite angolare colpisce gli angoli della bocca (da qui il nome) formando eritemi e fissurazioni. L'erisipela è, a differenza delle prime due, una piodermite profonda e non superficiale ed è favorita dalla presenza di alcune patologie come l'obesità e il diabete; colpisce soprattutto il volto e gli arti inferiori, provocando un malessere generale e una febbre a esordio brusco. I foruncoli, infine, si manifestano a livello di follicoli e sono caratterizzati dalla comparsa di un nodulo con pustola. Il trattamento della piodermite prevede l'utilizzo di antisettici e antibiotici per un periodo non inferiore a 10 giorni (spesso anche 15), dopo il quale il dermatologo valuterà la risposta alla terapia. Come per tutte le altre tipologie di infezioni cutanee, anche per quanto attiene la piodermite si raccomanda una corretta igiene del corpo senza utilizzare saponi aggressivi che alterino il Ph della pelle, la non promiscuità della biancheria da casa come asciugamani e lenzuola e il lavaggio frequente, sia delle mani sia degli oggetti venuti in contatto con la persona infettata dai batteri piogeni.

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