Un lungo cammino e importanti traguardi raggiunti: la Lega italiana contro i tumori, festeggia un secolo di vita. Oggi la Lilt può contare su una fitta rete in tutta Italia con 106 sezioni provinciali, oltre 800 delegazioni, 400 ambulatori e 200mila volontari. Circa 2000 i soci in Sardegna: 700/800 a Cagliari, altrettanti a Sassari, 400 a Oristano, un po’ meno a Nuoro.

«Siamo l’unico ente pubblico a carattere associativo della penisola - afferma Alfredo Schirru, coordinatore regionale e responsabile della Lilt per il centro-sud Italia - una grande organizzazione di volontariato che fa comunicazione e prevenzione in maniera capillare».

Con quattro manifestazioni nazionali di rilievo all’anno: la settimana della prevenzione (a fine Marzo), la Giornata mondiale senza tabacco (il 31 maggio) rivolta soprattutto alle scuole, la campagna Nastro Azzurro per la prevenzione e cura del tumore della prostata e la campagna Nastro Rosa e #Liltforwoman. «Quest’ultimo è il nostro fiore all’occhiello - prosegue Schirru - è un evento che dura tutto il mese di ottobre, anche se di solito lo prolunghiamo ai primi di novembre. La richiesta per le visite senologiche gratuite, grazie alla disponibilità dei medici, è altissima. Oggi, ad esempio, siamo all’ospedale oncologico di Cagliari per un’intera giornata».

L’attività della Lilt è concentrata sui tre big killer: tumore del colon retto, della cervice uterina e della mammella. «Ci sentiamo un braccio del Servizio sanitario nazionale - precisa il coordinatore Lilt - in Italia si contano più di 50.000 casi di tumore della mammella all'anno, la nostra campagna di prevenzione dà una grossa mano nel rilevamento di casi anche in giovani donne: basta una semplice ecografia o una mammografia per individuare la patologia».

Paradossalmente, l’aumento dei casi non spaventa: l’alta incidenza è indice di controlli sempre più numerosi. «La prevenzione secondaria, con le visite gratuite presso i nostri centri, è un altro motivo di vanto. Per dare un’idea - sottolinea Schirru - in questi mesi, nel nostro ambulatorio di Cagliari, abbiamo rilevato tre casi di tumore in pazienti al di sotto dei 30 anni. È stato fondamentale individuarli senza attendere gli screening nazionali che si fanno su soggetti al di sopra dei 50 anni. Una diagnosi precoce equivale il più delle volte a un intervento meno invasivo, con l’87% di possibilità di guarigione».

Dal febbraio del 1922 la strada percorsa è stata lunga ma c’è ancora tanto da fare. «L’impegno dell’associazione di Cagliari, nata nel 1953, è rivolto anche ai giovani adolescenti. Soprattutto con l’informazione e la promozione degli screening per il tumore della cervice uterina, altamente trasmissibile, in collaborazione con le scuole e con lo IEO di Milano. Senza dimenticare le numerose iniziative sui danni prodotti da alcol e fumo e sull’importanza di un corretto stile di vita».

Carla Zizi

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