Armare il sistema immunitario, mettere nel mirino le cellule tumorali, assalirle con la carica dei linfociti T. Abbonda il bagaglio verbale “guerriero” nel convegno all’Hotel Grazia Deledda promosso dall’Oncologia medica dell’Aou di Sassari per illustrare il passato e il futuro ma soprattutto il presente dell’immunoterapia. Un trattamento che ha cambiato la storia naturale delle neoplasie indirizzandole verso una possibilità di cura fino a pochi anni fa impensabile.

Seguendo l’intuizione di un medico americano, William Coley, il primo a capire nel 1891 le potenzialità insite nel stimolare una reazione antagonista alla crescita dei tumori, notando come, in alcuni casi di erisipela, un’infiammazione della pelle, il cancro spariva. E a distanza di un oltre un secolo, l’immunoterapia è prassi, e gli studi sulla sua efficacia sono valsi nel 2018 il nobel agli scienziati James P. Allison e Tasuku Honjo.

«Il trattamento- spiega Antonio Pazzola, direttore dell’Oncologia medica dell’Azienda- non agisce direttamente sul tumore ma sul sistema immunitario facilitando l’aggressione di quest’ultimo contro la crescita tumorale». Ritorna la metafora “militare” perché la lotta contro i “big killer” richiede uno sforzo collettivo simile a quello di un esercito. E i risultati si vedono. «La sopravvivenza mediana - aggiunge Pazzola - per il paziente affetto ad esempio da melanoma metastatico è passata dai 7/8 mesi di una volta ai 10/12 anni di oggi». Idem per il carcinoma polmonare che usufruisce della terapia mirata cosiddetta target, attraverso cui, continua il direttore, «si vive mediamente oltre tre anni nel 50% dei casi».

Ma i numeri sono una materia scivolosa, perché oltre a indurre speranze attestano pure i trend negativi, come l’aumento delle neoplasie. «La sensazione è di una crescita minima, sui 1200 nuovi casi all’anno, anche se nel 2023 dovremmo arrivare ai 1300». Contro “il male del secolo” si schierano allora una serie di farmaci immunoterapici tra cui il Pembrolizumab che agisce inibendo le proteine apparse sulla superficie del cancro, PD-1 e PD-L1, responsabili della mancata risposta dell’organismo al proliferare delle cellule tumorali.

«Sta impattando - afferma Margherita Piras, dirigente medico di primo livello all’Oncologia medica - in maniera considerevole nei tumori del tratto urogenitale, mostrando la sua attività sia in pfs, la sopravvivenza libera da progressioni della malattia, che in quella globale». Sono circa 60 i nuovi casi annuali, legati alla vescica e al rene, trattati, riferisce la dottoressa, «secondo le linee guida dell’Aifa da cui siamo vincolati».

Capita così che alcuni trattamenti, consentiti negli Stati Uniti, non siano ancora permessi in Italia dall’Agenzia del farmaco, se non in ambito “compassionevole”. Ovvero l’uso di un farmaco di cui è stata dimostrata l’efficacia contro la patologia ma che non si ha l’autorizzazione a usare perché privo di rimborsabilità. Rimedi che comunque concorrono a opporsi all’avanzata del cancro.

«La chiave di volta - dichiara l’oncologo Giovanni Maria Fadda - è stata la scoperta del checkpoint immunitario, su cui agiscono i medicinali per rimuovere il blocco all’attivazione immunitaria». Un altro aspetto dello stesso processo spiegato prima che rende possibile la cronicizzazione della malattia. Chance resa concreta da una scelta terapeutica complessa, grazie alle “combo”, combinazioni di immunoterapici, ma anche associati con la chemioterapia. I cicli si praticano per via endovenosa, riferisce l’oncologo Carlo Putzu, «dalle 3 alle 6 settimane per una durata da 30 minuti a un’ora. Una somministrazione ben tollerata che di solito non ha effetti collaterali in acuto come i chemioterapici».

Intanto avanzano le prossime rivoluzioni anti-neoplasie, come i vaccini a Rna o i linfociti ingegnerizzati della Car T. Anche se il fattore primario resta sempre quello umano. «Cerco di fare quello che è giusto per il paziente – conclude Putzu - e non insisterò se vuole abbandonare le cure». Dichiarando la resa, pure questo un termine guerriero e non meno onorevole.

Emanuele Floris

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