Goffaggine, mancanza di equilibrio, difficoltà a star seduti o correre, problemi nel tenere una penna in mano, usare un attrezzo o orientarsi nello spazio, iperattività e deficit dell'attenzione: sono alcune delle manifestazioni più comuni della disprassia oculare o di sguardo, disturbo dell'età evolutiva legato alla difficoltà nel programmare e organizzare i movimenti volontari e sinergici dei due occhi.

La campagna

Per riconoscere la disprassia e capire come affrontarla, l'associazione “Per piccoli passi” Sardegna ha avviato una campagna di sensibilizzazione con un ciclo di convegni partiti ieri da Tempio Pausania e in programma nei prossimi giorni a Macomer, Nuoro e Arzachena; i convegni proseguiranno poi a novembre tra San Gavino, Siliqua, Oristano e Cagliari.

L'obiettivo è diffondere conoscenza attorno a questo disturbo ancora poco noto e costruire momenti di incontro tra cittadini e istituzioni per valutare il problema e affrontarlo nel modo giusto: «Con un intervento precoce è possibile ridurre le difficoltà di un bambino - spiega Elena Spigno, presidente di 'Per piccoli passi' Sardegna - se potessimo realizzare campagne di screening nelle scuole materne sarebbe possibile individuare i casi e intervenire subito. Per questo coinvolgere enti e istituzioni è importantissimo, abbiamo avviato una prima campagna a Cagliari tre anni fa e oggi riproponiamo gli incontri sul tema grazie anche al sostegno della Regione e dei Comuni coinvolti».

Un fenomeno sommerso

Il tema è poco conosciuto eppure colpisce sei bambini su cento tra 5 e 10 anni, soprattutto maschi; un terzo di questi ha sintomi gravi con difficoltà nella vita quotidiana e nelle capacità cognitive.

Gli studi scientifici sulla disprassia sono recenti, tuttavia si conoscono alcuni dei fattori di rischio che possono causarla: «Il basso peso alla nascita e la forte prematurità - sottolinea ancora Spigno - che anche in assenza di deficit neurologici più gravi possono compromettere lo sviluppo globale del bambino causando difficoltà intorno ai 5 e 6 anni. L'impossibilità di muovere insieme gli occhi e concentrare lo sguardo compromette la comprensione delle informazioni, specialmente spaziali, la percezione di linee, forme, numeri, lettere e traiettorie di oggetti, e questo rende complicato l'apprendimento a scuola e nel quotidiano».

Red. Ins.

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