Nonostante i progressi della scienza, non esistono ancora dei rimedi definitivi per l’asma, che rimane una malattia cronica con la quale però, nel corso degli anni, è divenuto possibile convivere senza complicazioni. I soggetti affetti da asma riescono a controllare i sintomi e limitare la frequenza degli attacchi.

La diagnosi

Si arriva alla diagnosi di asma grazie all’analisi dei sintomi, abbastanza peculiari e in grado di far scattare il campanello d’allarme ben prima del confronto con lo specialista, che procede poi ai cosiddetti test di funzionalità polmonare: il più importante è la misurazione della quantità di aria che una persona riesce a espirare forzatamente in un secondo. Questi esami vengono svolti prima e dopo la somministrazione di un beta-adrenergico, un farmaco che viene inalato e produce l’inversione del restringimento delle vie respiratorie. Se i risultati, in seguito alla somministrazione, migliorano, si sospetta una diagnosi di asma. Un altro test eseguito spesso è il challenge test, che prevede la misurazione della funzionalità polmonare prima e dopo l’inalazione di un agente chimico in dosi molto ridotte, ma in grado di causare un restringimento delle vie aeree in un paziente asmatico. Per studiare l’asma da sforzo viene effettuato un test di funzionalità prima e dopo l’esercizio su tapis roulant o cyclette, per misurare quanta aria un paziente riesce a emettere: se il volume diminuisce più del 15%, si certifica l’asma da sforzo. Decisamente più complessa è la diagnosi di asma nei pazienti anziani. Vi sono infatti probabilità più elevate di malattie polmonari in grado di causare una dispnea, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva. In casi del genere, occorre determinare con precisione l’entità delle difficoltà respiratore collegate all’asma e potenzialmente controllabili con una terapia antiasmatica adeguata. Raramente lo specialista procede con una radiografia del torace, esame al quale si fa ricorso solamente se si prende in considerazione una diagnosi diversa dall’asma o se il paziente deve essere ricoverato in seguito a un attacco grave.

I trattamenti

L’obiettivo principale dei trattamenti per l’asma è di arrivare a un buon grado di controllo dei sintomi indipendentemente dalla gravità della malattia. Una volta stabilizzata la terapia, gli specialisti classificano il livello di controllo in tre categorie principali: se i sintomi si manifestazione meno di due volte a settimana, l’asma è ben controllata. Se si manifestano più di due volte a settimana ma non ogni giorno, l’asma è non ben controllata; se invece si manifestano ogni giorno, è scarsamente controllata ed è necessario ritoccare il trattamento. Esistono diverse tipologie di farmaci utilizzate per trattare l’asma negli adulti e nei bambini. I broncodilatatori contribuiscono a rilassare e dilatare le vie aeree: sono beta-adrenergici, anticolinergici e metilxantine. I farmaci antinfiammatori sopprimono l’infiammazione che restringe le vie aeree: includono corticosteroidi, generalmente assunti per via inalatoria o orale, gli inibitori dei leucotrieni e gli stabilizzanti dei mastociti. Gli immunomodulatori, infine, producono un’alterazione diretta del sistema immunitario e vengono utilizzati prevalentemente nei casi di asma grave.

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