«Con l’arrivo dell’autunno è bene prepararsi all’influenza, da non confondersi con i tantissimi virus “parainfluenzali” o che comunque danno malattie da raffreddamento: l’influenza con la “I” maiuscola ha delle caratteristiche ben precise, e di certo una gravità maggiore». Lo spiega il professor Stefano Del Giacco, allergologo e immunologo del Policlinico Duilio Casula, nella puntata di “15 minuti con…” il talk di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou.

«Tecnicamente», prosegue Del Giacco, «è una malattia virale stagionale che, nell’emisfero occidentale, si presenta durante il periodo invernale. Dai primi isolamenti avvenuti all’inizio del XX secolo, ne sono stati identificati quattro tipi differenti, di cui due in particolare, i tipi A e i B, sono responsabili della sintomatologia influenzale classica. La grande potenzialità di diffusione di questo virus è data dalla mutazione frequente di alcune caratteristiche molecolari che fa sì che il sistema immunitario non riconosca del tutto o per niente il virus, perché diverso da quello dell’anno precedente. Di queste variazioni molecolari va tenuto conto nella preparazione dei vaccini, la cui composizione deve essere aggiornata tutti gli anni; per questo le attività di sorveglianza negli altri emisferi permettono di identificare precocemente i ceppi circolanti per la loro preparazione».

«L’influenza si trasmette soprattutto per via aerea», aggiunge il professore, «attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. Modalità che conosciamo bene “grazie” al Covid; anche nel caso dell’influenza la trasmissione può avvenire per contatto diretto con persone infette (ad esempio stringendo una mano e poi strofinando mani e dita sugli occhi, sul naso o sulla bocca) o attraverso utensili o oggetti. I sintomi sono: febbre (anche alta, con picchi fino a 39-40°C), brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, sensazione di spossatezza, dolori muscolari, mal di gola, raffreddore e tosse. Le cure mirano soprattutto ad attenuare i sintomi.

«È importante sapere che il soggetto infetto può essere contagioso da un giorno o due prima che i sintomi compaiano, fino a circa cinque giorni dopo l’inizio della sintomatologia; questo fa sì che il virus possa essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. I sintomi si possono facilmente complicare nei soggetti a rischio, come anziani, pazienti con malattie respiratorie e cardiovascolari, soggetti immunodepressi per via di una patologia o per conseguenza di terapie varie (pazienti oncologici, pazienti con malattie autoimmuni). È dunque consigliato a tutti il vaccino, ma soprattutto ai soggetti a rischio (anziani, malattie concomitanti, obesità, immunodepressione) e a tutti coloro che lavorano in ambienti affollati o a contatto con il pubblico».

Luca Mirarchi

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