Si è svolto a Cagliari a Palazzo Doglio l’EAACI President Summit. L’EAACI è l’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica, la più grande società scientifica al mondo con oltre 14.000 soci e un congresso annuale che richiama tra gli 8 e i 9.000 partecipanti da tutto il mondo. Il Presidente, per il biennio 2022-2024, è Stefano Del Giacco, immunologo e allergologo nella AOU di Cagliari e professore di Medicina interna all’Università di Cagliari. In questo incontro, come da tradizione della Società, gli ex presidenti e gli studiosi di maggiore rilievo si recano in “visita di cortesia” nella città del presidente neo-eletto per discutere con lui le strategie del biennio a venire.

«Il tema di maggiore interesse è quello delle malattie allergiche in generale», spiega Del Giacco: «Nei paesi industrializzati un quarto della popolazione è allergica, e questo, se da un lato comporta possibili rischi nelle forme più gravi, riduce la qualità di vita, la produttività (sia scolastica che lavorativa) e la vita di relazione in un numero altissimo di persone. In Sardegna stiamo parlando di circa 400.000 casi e in Italia oltre 15 milioni. Spesso le malattie allergiche vengono considerate anche dai legislatori problemi minori, ma non è così: ci sono tantissimi pazienti con forme gravi di asma, orticaria, dermatite atopica, allergia alimentare, allergia a farmaci e al veleno di api e vespe per le quali la vita può presentarsi davvero difficile e rischiosa. La scienza e la ricerca stanno fornendo sempre di più delle soluzioni e delle terapie che regalano nuovamente un’esistenza “normale” a questi individui, e la cultura sulle allergie prende per fortuna sempre più piede, anche se lentamente (si pensi all’elenco degli allergeni nei menu dei ristoranti). E negli ultimi anni abbiamo identificato tante novità e tanti nuovi concetti (come la “One Health”-“Salute globale”) nei meccanismi dell’allergia, che sono promettenti in vista di possibili nuove terapie».

Secondo il professor Cezmi Akdis, uno dei ricercatori più citati al mondo nel campo dell’allergologia e immunologia, giunto da Davos, in Svizzera: «Nel nostro campo l’ipotesi della “One Health” è molto interessante: un modello sanitario fondato sull’integrazione di discipline diverse, antica ma al contempo attuale. Si basa sul riconoscere che la salute umana, animale e la salute dell'ecosistema siano legate indissolubilmente, e la collaborazione tra diverse categorie (medici, biologi, veterinari, ambientalisti, economisti, sociologi) potrà portare a trovare delle soluzioni “globali”. Un ecosistema “malato” porta a alterazioni delle nostre difese (la “barriera” cutanea, ad esempio) e può innescare meccanismi immunologici nocivi (dalle allergie alle dermatiti, alle reazioni “generali”). Tutti i maggiori organismi internazionali, e anche il vostro Istituto superiore di Sanità, si stanno occupando attivamente di questo».

Luca Mirarchi

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