L’organismo umano è senza dubbio un meccanismo perfetto. Ogni singola cellula è deputata a un compito preciso, con l’obiettivo di permettere al corpo di mantenersi il più possibile in salute. In questo contesto il sistema immunitario riveste un ruolo di fondamentale importanza: si tratta infatti del principale strumento di difesa che il nostro corpo erige contro gli attacchi esterni o quelli interni (come nel caso dei tumori). Tutto ciò è possibile grazie all’azione degli anticorpi, che hanno la funzione di contrastare l’azione di virus, batteri e di agenti potenzialmente pericolosi per l’organismo. In certi frangenti, però, il sistema immunitario può “impazzire” e rivolgere le proprie attenzioni agli organi interni umani. Si tratta di disfunzioni che danno vita alle cosiddette malattie autoimmuni, patologie che possono condizionare pesantemente la vita di chi ne soffre.

Una lunga lista

La frequenza con cui si verificano tali condizioni è piuttosto rara: in genere si parla di 4mila casi ogni 100mila persone in Europa. Negli ultimi anni, rispetto al passato, la conoscenza medica sulle malattie autoimmuni è notevolmente migliorata, a partire dal riconoscimento. Al momento sono più di 80 le patologie classificate in questa categoria, considerando sia quelle limitate a una sola zona del corpo che quelle sistemiche; queste ultime, in particolare, sono le situazioni che colpiscono l’intero organismo. All’interno delle malattie autoimmuni sono comprese, per esempio, la celiachia, l’artrite reumatoide, la tiroidite di Hashimoto e il diabete di tipo 1, solo per citare alcune tra le più diffuse. Si possono ricordare anche il lupus eritematoso sistemico - noto con il nome di lupus -, la sclerosi multipla, la sclerodermia e il morbo di Crohn.

Data la varietà di patologie considerate autoimmuni, spesso la diagnosi non è semplice anche se, come detto, la ricerca medica ha fatto passi da gigante in tal senso. Andare a riconoscere tempestivamente la presenza di una di queste malattie permette di intervenire al più presto, iniziando una cura adeguata. Per migliorare notevolmente la qualità della vita di chi soffre di tali disturbi è infatti necessario adottare terapie personalizzate sulla base delle esigenze e della storia clinica del singolo paziente.

Sintomi comuni

Per riconoscere in modo adeguato le malattie autoimmuni servono esami specifici. Questo perché i sintomi che provocano sono molto simili - e a volte persino uguali - a quelli collegati ad altre situazioni cliniche. Tra i segnali iniziali ci possono essere per esempio i dolori e la rigidità muscolare, che a volte si tende a sottovalutare perché ritenuti conseguenza di una sindrome influenzale o di un eccessivo affaticamento. A volte tra coloro che soffrono di malfunzionamento del sistema immunitario possono verificarsi anche tumefazioni e gonfiore, riferiti sempre ai muscoli o alle articolazioni. Altri sintomi piuttosto comuni, e che richiedono esami approfonditi, possono essere la febbre o la febbricola e la mancanza di appetito: questi rappresentano campanelli d’allarme sul fatto che nel nostro organismo c’è qualcosa che non sta andando nel verso giusto. Lo stesso vale per il malessere generalizzato, per la facilità di affaticamento e per le vertigini, tutti problemi che rendono spesso complesse anche le più semplici attività quotidiane.

Una volta individuata la malattia di cui si soffre si può predisporre il percorso terapeutico adeguato per il singolo paziente. Tra i farmaci più utilizzati ci sono gli immunosoppressori i quali, come suggerisce il loro nome, vanno ad agire direttamente contro il sistema immunitario: l’obiettivo consiste nell’arginare l’azione di quest’ultimo contro l’organismo, impedendo lo sviluppo di infiammazioni. E, a proposito di queste ultime, va citato anche l’impiego di antinfiammatori e, negli ultimi anni, di anticorpi monoclonali. Esistono poi rimedi dedicati a specifiche condizioni patologiche, come per esempio quelle che interessano la muscolatura e i tendini: in tali frangenti può risultare utile effettuare sedute di fisioterapia, per mantenere la tonicità e ridurre il fastidio. In ogni caso, data la delicatezza della situazione, è fondamentale seguire passo per passo le indicazioni del proprio medico di riferimento.

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Dalle cause ai test: ecco cosa sapere. Fattori ereditari e cattivi stili di vita possono incidere

Può un alleato prezioso per la nostra salute, come il sistema immunitario, trasformarsi in un vero e proprio nemico? La risposta è affermativa. Nel caso delle malattie autoimmuni, infatti, avviene proprio questo: a venire attaccati dagli anticorpi non sono gli agenti esterni pericolosi per la salute, bensì lo stesso organismo. Una condizione da non sottovalutare, che può comportare una serie di rischi.

Non solo stile di vita

Ma da cosa possono essere provocate tali patologie? La risposta non è univoca. Esistono comunque alcune condizioni che favoriscono l'insorgere di tali disturbi, a partire dalla genetica: nel caso in cui un parente stretto soffra di una malattia autoimmune, quest'ultima potrà verificarsi più facilmente. Ci sono anche fattori legati all'età: tra i bambini, per esempio, è più difficile che si scatenino tali fenomeni. Discorso differente per le persone in età fertile, soprattutto le donne, che rappresentano il "bersaglio" preferito da queste patologie. L'insorgenza di malattie autoimmuni può essere favorita anche da fattori esterni, come i virus e i batteri, oltre che da elementi che danno vita a uno stato infiammatorio dell'organismo. Tra le altre cause possibili ci sono poi l'esposizione costante ai raggi ultravioletti e fattori legati allo stile di vita. Secondo diversi studi clinici, infatti, la scarsa attività fisica e l'abuso del fumo di sigaretta rappresentano potenziali rischi nell'ambito delle malattie autoimmuni.

Come scoprirle

L'ampia gamma di patologie appartenenti alla categoria fa sì che prima di giungere a una diagnosi si debbano effettuare una serie di esami specifici. A partire da quelli del sangue e delle urine, attraverso i quali è possibile individuare alcuni valori anomali e procedere, se necessario, con ulteriori analisi. Fondamentale, in particolare, è valutare la quantità di anticorpi anti-nucleo presenti nell'organismo: si tratta di variabili attraverso cui si possono scoprire possibili reazioni autoimmunitarie, legate proprio a un errato funzionamento del sistema deputato a proteggere il corpo umano da virus, batteri e altri elementi pericolosi. Altro test molto importante è quello finalizzato a ricercare gli anticorpi anti-Ena: si tratta di antigeni che vengono estratti dalle cellule umane e che, se presenti, possono far pensare all'insorgenza di una malattia autoimmune.

Nella lista delle analisi da effettuare nell'ottica di una diagnosi specifica - che, è bene ricordarlo, è diversa per ogni patologia - ci sono poi, per esempio, il dosaggio della proteina Pcr prodotta dal fegato e la verifica della Ves, la Velocità di eritrosedimentazione. Un valore, quest'ultimo, che ha la funzione di aiutare i medici a individuare la presenza di eventuali infiammazioni nell'organismo.

Una volta conclusi gli esami di rito, per gli specialisti arriva il momento di decidere la terapia che i pazienti dovranno seguire. Spesso non si tratta solo di farmaci come gli immunosoppressori e gli antinfiammatori, ma anche di supporto psicologico. Le malattie autoimmuni, pur presentando periodi di remissione, hanno carattere cronico. Per molte persone saper di dover convivere per sempre con una patologia può essere frustrante: ecco perché il sostegno da parte di uno specialista in psicoterapia si rivela spesso determinante.

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I pericoli del lupus, molte implicazioni piuttosto fastidiose

Gli appassionati di serie tv, e in particolare di "Dr House", avranno sentito sicuramente parlare più volte di lupus (o, più correttamente, lupus eritematoso sistemico). Si tratta di una malattia autoimmune a carattere cronico, che interessa soprattutto le donne di età compresa tra 15 e 40 anni. In alcuni casi, però, la sindrome può colpire anche i bambini molto piccoli: il riferimento è al lupus neonatale, che coinvolge proprio i bimbi di pochi mesi.

Manifestazioni e farmaci

Il lupus è una malattia del connettivo che appare con manifestazioni cutanee e mucose particolarmente fastidiose. Accanto a queste si verificano sensibilità alla luce e, soprattutto, un coinvolgimento sistemico di vari organi: reni, sistema nervoso centrale e articolazioni, per esempio, possono essere colpiti direttamente. Sono proprio queste situazioni a rendere il lupus pericoloso e fortemente condizionante nella vita quotidiana. Il lupus ha inoltre implicazioni a livello estetico: in alcuni casi si possono infatti verificare alopecia e perdita di capelli, a volte anche piuttosto intensa. Ecco perché, nonostante sia una patologia cronica - e quindi non curabile a livello definitivo - è fondamentale tenerla sotto controllo attraverso un trattamento clinico.

Quando la malattia è in fase acuta e si presenta in modo più fastidioso si interviene generalmente con farmaci corticosteroidi, se necessario anche per via endovena. Accanto a questi medicinali vengono utilizzati anche antimalarici, soprattutto per contrastare le manifestazioni cutanee e quelle articolari e che hanno inoltre la funzione di impedire che si aggiungano ulteriori sintomi rispetto a quelli già esistenti nei pazienti che soffrono di lupus. Così come avviene per il trattamento di altre malattie autoimmuni, anche in questo caso si possono utilizzare poi farmaci immunosoppressori, dall'azatioprina alla ciclosporina.

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