Grazie ad un trapianto di cellule staminali del midollo osseo praticato per curare la sua leucemia, un paziente sieropositivo non ha più bisogno di assumere farmaci contro il virus dell'Hiv.

Il caso è riportato da esperti dell’Università di Dusseldorf sulla rivista Nature Medicine: il trapianto di cellule staminali ematopoietiche per il trattamento della leucemia ha indotto una soppressione persistente del virus quando sono ormai passati oltre 9 anni dal trapianto e 4 dalla sospensione della terapia antiretrovirale. 

Il trapianto da donatore compatibile di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) è una procedura utilizzata per trattare alcuni tipi di cancro, come la leucemia, trasferendo cellule ematiche immature da un donatore per ripopolare il midollo osseo del ricevente. Prevede il trasferimento di cellule da un donatore con due copie della mutazione Δ32 nel gene per il co-recettore CCR5 del virus Hiv; tali cellule sono resistenti all'infezione da Hiv.

Finora ci sono stati due casi di pazienti che hanno sperimentato la remissione dall'infezione da HIV-1 dopo il trattamento del cancro con il trapianto di cellule staminali ematopoietiche con mutazione Δ32: il “paziente di Londra” e il “paziente di Berlino”.

Al paziente, un uomo di 53 anni, nel 2011 è stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta. Nel 2013 ha ricevuto il trapianto, seguito da chemio. Dopo il trapianto è stata proseguita la terapia antiretrovirale ma il virus dell’Hiv non era più rilevabile nelle cellule ematiche del paziente. Così la terapia è stata sospesa nel 2018 e ad oggi non si vede una ricomparsa del virus né un potenzialmento della risposta immunitaria contro Hiv che avrebbe potuto suggerire la presenza di un serbatoio virale persistente nascosto.

Questi risultati, concludono gli autori, possono orientare le future strategie per la remissione a lungo termine dell’Hiv, anche se viene ricordato che il trapianto di staminali del midollo è una procedura ad alto rischio.

(Unioneonline/L)

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