Via libera del Consiglio regionale (con 34 sì, 20 no e due astensioni) alla legge che completa la riforma che porta a sei le Province (Gallura, Nuoro, Ogliastra, Sulcis-Iglesiente, Medio Campidano e Oristano) e a due le città metropolitane (Cagliari e Sassari).

Il provvedimento contiene disposizioni che, in vista delle elezioni di secondo livello da indire entro il 30 aprile 2025, da un lato, regolano le procedure preparatorie per garantire la futura successione dei nuovi enti di area vasta a quelli preesistenti, con la previsione della nomina di nuovi commissari straordinari, dall'altro assicurano la presenza di un amministratore straordinario in ciascuna delle nuove circoscrizioni territoriali delineate dalla riforma del 2021.

In aula è polemica, e l’opposizione attacca, con Fausto Piga (FdI), ricordando che il provvedimento prevede undici nuove nomine: 8 di amministratori straordinari per i nuovi enti così come individuati nella riforma del 2021 (cioè per le province di Nuoro, Oristano, Gallura, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano, Città metropolitana di Sassari e Città metropolitana di Cagliari), e tre di commissari straordinari per le vecchie Province di Nuoro, Sassari e Sud Sardegna. «Ci interessa ridare gambe alla democrazia per non avere più scuole pericolanti e strade pericolose», ha dichiarato il relatore di maggioranza Salvatore Corrias (Pd).

Per il relatore di minoranza Paolo Truzzu (FdI) «l’unico effetto di questa legge è quello sostituire gli attuali amministratori con altri soggetti, aumentando il numero non il modo per garantire i diritti delle nostre comunità».

Ora l’Aula è chiamata ad esaminare le quattro mozioni sull’Autonomia differenziata. Le prime due della maggioranza per la richiesta di referendum sulla legge Calderoli: la prima contenente il quesito per l’abrogazione totale, la seconda per l’abrogazione parziale.

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