Arriva in rapida successione la replica di Marina Calderone, ministra del Lavoro e delle politiche sociali, dopo le parole del pomeriggio dell’assessora al Lavoro della Regione Sardegna, Desirè Manca. Quest’ultima aveva dichiarato che la mancanza di ammortizzatori sociali per il Sulcis era responsabilità della ministra, che non ha tardato a rispondere: «Ho letto con sconcerto le gravi parole del neoassessore al lavoro della Regione Sardegna», afferma Calderone. «Capisco la confusione in assessorato, ma è arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità fornendo informazioni corrette».

«È in gioco il destino dei lavoratori e del territorio del Sulcis. Il mio impegno per la Sardegna non è mai mancato e lo dimostrano i fatti», aggiunge l'esponente del governo. «Ho personalmente partecipato agli incontri che si sono tenuti nel corso dei mesi passati, sia a livello nazionale sia in sede regionale, con un intervento diretto e personale anche agli stabilimenti della Portovesme Srl insieme con il collega Ministro Urso per incontrare direttamente le rappresentanze dei lavoratori, i sindacati e la parte datoriale sulla crisi in atto». In tutte le occasioni, sottolinea Calderone, «ho rappresentato con chiarezza e determinazione la massima attenzione di questo Ministero in ordine alla gestione delle crisi. In merito alla possibilità di riconoscere il trattamento straordinario di integrazione salariale per area industriale di crisi complessa, è stato necessario attendere l'approvazione della legge di bilancio per l'anno 2025. La tutela speciale è stata rifinanziata per il 2025 per complessivi 70 milioni di euro ed è necessario acquisire i fabbisogni di tutte le Regioni interessate, così da procedere all'adozione del decreto interministeriale nel più breve tempo possibile».

Dalla ministra del Lavoro arriva anche un’aggiunta: «In attesa del citato decreto è, tuttavia, riconosciuta alla Regione Sardegna la possibilità di destinare le risorse residue, derivanti da finanziamenti precedenti, e quindi di poter tutelare le aziende del territorio operanti in aree industriali di crisi complessa che chiederanno la prosecuzione del trattamento Cigs a decorrere dall'1 gennaio 2025. Il Ministero è ancora in attesa del piano di politiche attive che deve essere formulato dalla Regione Sardegna».

Le parole della ministra Calderone hanno trovato l'apprezzamento di Cgil Cisl e Uil che, dopo una giornata di occupazione dell'assessorato al Lavoro, hanno ricevuto il segnale da loro richiesto sulle convocazioni ministeriali, indispensabili per stilare gli accordi per la concessione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori delle aziende che hanno avanzato la richiesta. Per questo motivo, il presidio è stato smantellato, anche se le sigle «si riservano di mettere in campo le iniziative necessarie per far sì che gli impegni vengano rispettati e non ci siano ulteriori ritardi». Le riunioni sono previste per il 22, 23 e 24 gennaio.

In serata, la nuova risposta di Desirè Manca: «Le informazioni contenute nella nota della ministra Calderone avrebbero dovuto essere comunicate a questo Assessorato, così come richiesto in più occasioni, con largo anticipo e non soltanto oggi a seguito dell’occupazione dei nostri locali da parte dei sindacati», segnala. «I nostri uffici hanno sollecitato, con reiterate comunicazioni formali via pec, informazioni in merito all’utilizzo delle economie residue per consentire la proroga della cassa integrazione in favore delle imprese che insistono nelle aree di crisi complessa. Con grande rammarico e sconcerto apprendo che la ministra mi attribuisce gravi affermazioni. Riportare una realtà oggettiva dei fatti, ovvero comunicare con trasparenza alle parti sociali di non avere ricevuto risposte a fronte di numerose sollecitazioni, corrisponde al vero. Così come corrisponde al vero, e non si può definire “grave affermazione” aver richiesto un incontro urgente con la ministra a più riprese».

In conclusione, Manca sottolinea che «come risulta dall’accordo sottoscritto in data 10 gennaio 2025 la Regione si è impegnata a garantire ai lavoratori specifici percorsi di politiche attive che sono già allo studio da parte dell’Aspal».

(Unioneonline/r.sp.)

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