Comincia oggi la nuova legislatura, la XIX. E la tappa numero uno è l’elezione dei presidenti di Camera e Senato: per la prima la convocazione è alle 10, presiede Ettore Rosato di Iv; per la seconda alle 10.30, con assemblea guidata da Liliana Segre, senatrice a vita.

La tappa successiva sarà l’incarico affidato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per formare il nuovo governo. Appare scontato il nome di Giorgia Meloni, probabilmente verrà convocata lunedì prossimo, che diventerebbe quindi la prima donna a capo del governo nella storia della Repubblica.

Ma come funziona il voto nei due rami del Parlamento?

Alla Camera, i 400 deputati eleggono il presidente a scrutinio segreto. Il candidato, per passare alla prima chiamata, deve ottenere almeno 267 voti, quindi la maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Stessa quota richiesta per il secondo e terzo scrutinio anche se in questo caso si considerano tra i voti espressi le schede bianche. Dal quarto scrutinio in poi, invece, sarà sufficiente ricevere il sostegno della maggioranza assoluta dei votanti (201 voti, se votano tutti i 400 deputati).

Al Senato (200 i senatori elettivi) ci sono regole diverse: nelle prime due votazioni per essere eletti presidente è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti l’assemblea (104 voti, considerando anche i sei senatori a vita). In caso di terzo scrutinio, è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, contando tra i voti anche le schede bianche. Senza maggioranza al terzo scrutinio, il presidente del Senato verrà scelto con un ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti nel terzo scrutinio.

(Unioneonline/s.s.)

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