Todde: «Ricorso sulla decadenza, ancora limature. Caso Santanchè? Io non ho rubato»
Conte propone la richiesta danni ai componenti del Collegio di garanzia elettorale, la governatrice: «Vedremo. Intanto ho apprezzato le parole equilibrate di Giorgia Meloni»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il ricorso non è ancora stato depositato, lo sarà a giorni. L’obiettivo era in settimana, ma si stanno riguardando le carte». Così Alessandra Todde in conferenza stampa dopo la riunione di Giunta, ha parlato della contromossa dei suoi legali contro l’ordinanza di decadenza.
«Riferirò in Aula il 3 febbraio, sono stata io a chiedere di riferire», ha puntualizzato. «La legislatura proseguirà sino a quando si esprimeranno organi competenti e il Consiglio regionale».
Sull’ipotesi di chiedere i danni suggerita da Giuseppe Conte, «si vedrà nelle sedi competenti». Sull’ipotesi di sollevare il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale, «per il momento entriamo nel merito del caso».
La governatrice dice anche di aver apprezzato le parole di Giorgia Meloni sul caso decadenza: «Sono state misurate, si è espressa correttamente». Il leader M5S Giuseppe Conte ha parlato dopo molto tempo: «Gliel’ho chiesto io, detesto l’improvvisazione».
Il caso Santanchè
A livello nazionale, il centrodestra ha chiesto le dimissioni della presidente, il centrosinistra sta facendo la stessa cosa a parti invertite con la ministra Santanché. Todde non accetta questo parallelismo: «C’è una piccola differenza: io non ho rubato nulla», dice, «su questo vorrei essere molto chiara, io non sono accusata di truffa allo Stato. Non voglio essere messa sullo stesso piano della Santanché, e sto rispondendo per cose ben diverse».
L’attacco a Pittalis
In generale, denuncia la presidente, «gli stessi che sono garantisti per loro, sono molto colpevolisti per gli altri. Parlo di Pietro Pittalis di Forza Italia, che è appena riuscito in Giunta delle elezioni a torcere il risultato elettorale facendo entrare, lui che è vicepresidente della Giunta delle elezioni, un suo sodale della Calabria. Fa queste operazioni e non vede l’ora di mandarmi a casa qui in Sardegna. Vedo due pesi e due misure e tantissima ipocrisia. Alla minoranza dico di guardare a casa loro. A casa nostra ci pensiamo noi».
«Io vado avanti»
«Io mi sento a testa alta e pienamente legittimata a governare nella misura in cui il Consiglio ha l’ultima parola rispetto a quello che dovrà succedere», dice ancora Todde, «ma dubito che il Consiglio si voglia sostituire ai giudici, non credo che lo voglia fare. Sono serena e convinta che faremo il nostro percorso anche se non prevedo il futuro. Di certo evocare instabilità nella misura in cui i sardi hanno necessità di risposte è da irresponsabili, e lo faccio fare alla minoranza».
Si pianifica per i prossimi cinque anni, ma il verdetto potrebbe arrivare prima del termine naturale della legislatura. «Noi siamo legittimati a governare e rispondiamo ai sardi», ribadisce, «dopodiché ci sono altri organi che decideranno, e serenamente valuteremo le loro decisioni. Ma sono convinta che porteremo alla fine questo mandato. Se dovremo andare al voto prima, lo vedremo».
L’approvazione del Prs
«Un documento vivo, da modificare nel corso della Legislatura». Così Alessandra Todde sul Piano regionale di sviluppo approvato oggi nella seduta di Giunta. Seicento pagine in cui sono definiti gli interventi sulle materie più importanti, corrispondenti agli obiettivi di legislatura annunciati in campagna elettorale. Tra gli altri, la salute, l’istruzione, le politiche sociali, l’edilizia sociale, la transizione energetica, l’ambiente e la gestione dell’acqua, i trasporti, il cantiere delle riforme. La presidente della Regione ha detto che sono stati programmati già 3,7 miliardi, entro il 2029 ne programmeremo circa 20».