Depositato il cumulo di stracci volati nei giorni scorsi, nel centrosinistra è il momento delle mani tese. Ma non è chiaro se succeda per arrivare a una stretta o a uno spintone, che decreterebbe la definitiva separazione dei percorsi tra i raggruppamenti di sigle che fanno parte dello schieramento, ormai diviso in due. 

Da una parte c’è Alessandra Todde, espressione del campo largo, portata da M5s e Pd. Ieri ha incontrato i partiti della coalizione che la sostiene, per la bozza di programma. 

Oggi scrive: «Il nostro approccio è partecipativo e inclusivo. Non siamo qui per imporre decisioni dall'alto, ma per costruire insieme il futuro della Sardegna. Le proposte che stiamo portando avanti», ribadisce, «sono il risultato di un dialogo aperto e continuo interno e con la comunità». E ancora: «Stiamo lavorando sul progetto, e sul consolidare e ampliare la coalizione. Crediamo fermamente che il dialogo costruttivo, non il confronto sterile, sia la chiave per realizzare questa visione. L'obiettivo è creare una struttura efficace che accolga tutti». 

Tra i «tutti» ci sarà anche Renato Soru, animatore della coalizione rivale interna? Dal suo fronte arriva un nuovo sollecito alla (ormai) fazione Todde. In  una nota inviata nel pomeriggio alle redazioni  si legge che «per chiarire in maniera trasparente e definitiva se vi è la disponibilità a una consultazione democratica che porti alla scelta di una/o candidata/o unitario rappresentativo dei due schieramenti, la coalizione sarda, progressista, autonomista, indipendentista, europeista e centrista costituita da Progetto Sardegna, Progressisti, Liberu, +Europa e Upc, associazioni e movimenti civici, guidata da Renato Soru, ribadisce la disponibilità a un incontro con la coalizione Pd-5Stelle guidata da Alessandra Todde».

Sembra l’ennesima richiesta affinché venga vagliata la possibilità di fare le primarie per scegliere il candidato presidente alla Regione. Ipotesi rigettata a più riprese dal campo largo. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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