Dieci pagine, mille domande. L’ordinanza-ingiunzione del Collegio di garanzia elettorale, che rischia di travolgere la diciassettesima legislatura del Consiglio regionale, ha pochi precedenti. Forse nessuno, se si considera che la procedura di decadenza ha investito la governatrice Alessandra Todde e non un consigliere qualsiasi. Vista la particolarità dell’atto, i giuristi affrontano il caso con cautela e piedi di piombo.

Lo scenario

Tutti concordano sul peso specifico della documento: il Collegio, nel determinare la sanzione di 40mila euro a carico della presidente, sottolinea di aver tenuto conto «della molteplicità e della rilevanza delle irregolarità riscontrate». Insomma: non si tratta di un peccato veniale. E lo si capisce anche dal fatto che la multa minima sarebbe di 25mila euro ma, proprio per il gran numero di violazioni, l’importo è stato aumentato quasi di due terzi.

Su altri aspetti però gli esperti si dividono. Ad esempio sulla natura e sulle conseguenze del provvedimento. «Il Consiglio regionale si dovrà limitare a una presa d’atto della decadenza», sostiene Giulio Steri, ex avvocato dello Stato che è stato pure consigliere regionale. A chi ci si dovrà rivolgere? «Una strategia difensiva potrebbe essere quella di rivolgersi sia al Tar che al tribunale ordinario», aggiunge l’ex avvocato distrettuale dello Stato Francesco Caput.

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