Decine di migliaia di ettari bloccati in tutta l’Isola, dal nord al sud, e progetti già autorizzati ma che non hanno mai visto la luce. I vincoli urbanistici dei vari Piani casa hanno colpito in questi anni anche le aziende agricole: da oltre un decennio, si ritrovano con terreni congelati, che non si possono toccare, nonostante su di loro sia stato scritto un destino diverso. Ora però si apre uno spiraglio con la nuova legge quadro della Giunta regionale che, dopo la sentenza della Consulta, rimette in pista gli ambiti rurali, finora preclusi da ogni forma di sviluppo sostenibile per via delle norme del Ppr sulle “aree d’insediamento produttivo di interesse storico culturale”. Ecco perché gli imprenditori agricoli tornano nuovamente alla carica: in ballo ci sono investimenti con tanti zeri, sostenuti anche da finanziamenti regionali.

L’appello

A ritrovarsi con le mani legate sono tantissime aziende, in tutta l’Isola, stimandosi che siano state presentate almeno 3-4mila domande con i relativi progetti. Filippo Murru, presidente comitato imprenditori agricoli sardi, da 15 anni combatte questa battaglia a nome di migliaia di imprese. Tra cui la sua, a Castiadas, essendo tra quegli imprenditori incappati nei vincoli paesaggistici, nonostante un progetto precedentemente approvato col Piano Casa per la realizzazione di un’impresa agricola multifunzionale, comprendente tra l’altro la costruzione di un agriturismo con annessa area per la vendita e promozione dei prodotti aziendali (tra cui i pluripremiati distillati di mirto). «Il nuovo testo di legge – premette Murru – è figlio del pronunciamento della Corte Costituzionale che, per quanto attiene alle norme sull’agro, parte non cassata del vecchio Piano Casa, ha sancito un principio storico, ossia che gli ambiti rurali non debbano considerarsi beni soggetti a tutela paesaggistica, ribaltando quanto affermato dall’entrata in vigore del Ppr ad oggi. Norme che hanno bloccato migliaia di pratiche d’investimento con un indotto economico ed occupazionale importante, in grado di coinvolgere migliaia di imprese e lavoratori». Da qui l’appello: «Soprattutto in una fase come quella attuale – aggiunge Murru – la Giunta dovrebbe accelerare la presentazione in Aula della nuova legge quadro approvandola entro e non oltre l’estate. Solo così, a differenza dei vari “Piano Casa” che si sono succeduti dal 2009 a oggi, avremo una normativa con effetti perpetui e non che si rinnova a suon di proroghe».

Lo sblocco

Si apre un nuovo scenario. «Con una legge in vigore si potranno presentare progetti d’investimento agricoli, con procedure ordinarie e presentazione ai Suape, in aree oggi interdette a ogni tipo d’intervento produttivo sostenibile, con ricadute importanti sul territorio. È dal 2016 che ho avviato la mia attività e, conseguita la qualifica di imprenditore agricolo professionale, frequento un corso di operatore agrituristico con Laore ma, purtroppo, nonostante le risorse impegnate in autofinanziamento, i premi regionali e nazionali, mi è preclusa –da una parte per la mancata approvazione della legge e dall’altra per il mancato adeguamento del Puc del Comune di Castiadas al Ppr – la possibilità di portare avanti il mio progetto per un’offerta turistica esperenziale in agro, partendo dall’offerta primaria dei miei prodotti agricoli e dei trasformati, ossia i miei distillati alcolici a base di mirto, lentisco ed olivastro, piante officinali coltivate e presenti spontaneamente in azienda».

Carla Raggio

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