«Invece di sterili passerelle in solitaria, facciamo un dibattito all’americana e aiutiamo i cittadini sardi a comprendere e decidere». Renato Soru alza il tiro e punta (soprattutto) al (centro) destra, lanciando un guanto di sfida all’avversario Paolo Truzzu «orientato», si legge in una nota diramata dalla Coalizione sarda, «a disertare gran parte dei confronti tra candidati presidente già in programma».

L’ex governatore non nomina Alessandra Todde (Campo largo) e Lucia Chessa (Sardegna R-esiste), ma anche loro sono chiamate in causa: «Facciamolo subito», rilancia, «in un teatro o, come negli Usa, in un’università, davanti a un pubblico di giovani. Trasmettiamolo in streaming, ma facciamo che lo ospiti anche una rete televisiva nazionale o una regionale e chiamiamo a fare le domande e moderare uno dei tanti bravi giornalisti sardi che seguono la politica, in modo da raggiungere e informare il pubblico più ampio possibile».

Soru si focalizza contro il candidato presidente della coalizione guidata da Fratelli d’Italia: «Capisco le difficoltà di Truzzu, costretto a partire in ritardo perché bloccato dalle beghe romane»,  dice Soru, «e condivido la sua preoccupazione di incastrare tanti impegni in poco tempo, lo faccio ogni giorno da mesi. Per questo gli dico: oltre alle tribune elettorali televisive cui siamo chiamati a partecipare, torniamo all’antico e organizziamo un dibattito pubblico all’americana, dove ciascuno di noi candidati potrà esporre le sue idee sui temi principali, a parità di tempo e condizioni. Nei prossimi mesi vedremo quelli delle elezioni americane: grandi spettacoli, ma anche occasioni per avvicinare o riavvicinare i cittadini all’importanza della politica e del voto.»

Il sindaco di Cagliari che corre per la presidenza ha già assestato un affondo contro Soru, ricordando che già nel 2009 è stato sconfitto da Ugo Cappellacci. «Ma forse era distratto», replica Soru, «nel 2009 non sono stato confermato alla Regione soprattutto grazie allo strapotere mediatico e alle bugie raccontate da Berlusconi, quasi trasferitosi in Sardegna. Ma cinque anni dopo, da candidato alle Europee, sono stato eletto con quasi 200mila preferenze. Più voti di quelli che lui prenderebbe in tre vite». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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