"Salvini è stato bravo a fare il suo mestiere, tanto che se Solinas si fosse chiamato Mario Rossi avrebbe vinto comunque".

Così Francesco Desogus, candidato governatore per il Movimento 5 Stelle, all'indomani della vittoria del centrodestra alle elezioni regionali.

L'esponente pentastellato, che ha racimolato solo l'11 per cento dei consensi (senza contare l'ampio crollo del M5S rispetto alle politiche del 2018), ha commentato l'esito del voto ai microfoni di Sky Tg 24, spiegando che, tra i fattori decisivi alla base del successo di Lega e alleati, ci sarebbero proprio la grande capacità e potenza mediatica del ministro dell'Interno, che nei giorni clou della campagna elettorale ha quasi "messo le tende" in Sardegna, girando in lungo in largo, da nord a sud.

Desogus, ad ogni modo, non si sente "lasciato" solo dai big pentastellati.

Di Maio è arrivato "tardi", ha spiegato, perché impegnato nella campagna elettorale in Abruzzo, conclusasi solo due settimane prima del voto sardo.

"I nostri ministri - ha aggiunto - non hanno fatto comunque mancare la loro presenza, da Toninelli a Costa, passando per Giulia Grillo".

Ciò nonostante, il loro impegno non è bastato a far decollare i voti dei militanti 5 Stelle.

Questo perché, ha riconosciuto Desogus, "molti nostri candidati non sono conosciuti a livello locale", mentre altre realtà politiche hanno maggiore "organizzazione territoriale".

Il Movimento, comunque, entra per la prima volta in consiglio regionale con 6 consiglieri.

Nonostante l'asse con la Lega a Roma, spiega Desogus, in Sardegna "faremo opposizione".

"Saremo il terzo incomodo", conlcude. "E speriamo molto incomodo".

(Unioneonline/l.f.)
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