"L'Autonomia della Sardegna subisce l'ennesimo e vergognoso attacco". Sono le dure parole dell'assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna, sull'impugnazione da parte del Governo della riforma - che porta a sei le Province e a due le Città metropolitane dell'isola - per violazione dell'articolo 43 dello Statuto sardo, che prevede la possibilità di modificare le circoscrizioni, ma solo in conformità alla volontà delle popolazioni espressa con referendum preventivamente.

"Parlano di referendum ma - si domanda Sanna - per esempio la Provincia di Oristano è stata istituita con referendum? E come mai, a legislazione invariata, la legge del 2016 che ha istituito la Città metropolitana di Cagliari non è stata impugnata? Forse dipende dal colore politico che amministra la Regione?".

Anche per il consigliere di maggioranza, e forte sostenitore dell'istituzione della Città Metropolitana di Sassari, Antonello Peru (Cambiamo-Udc), "la decisione del Governo è stata esclusivamente politica, di tecnico c'è solo il pretesto utilizzato per portare avanti l'ennesimo attacco diretto alla nostra Autonomia. Noi anche questa volta abbiamo seguito la linea del confronto con lo Stato, rispondendo puntualmente ai rilievi tecnici che erano stati formulati dal Dipartimento per le Riforme Istituzionali. Serviva maggiore decisione e maggiore coraggio nel difendere politicamente una Riforma così importante". Il capogruppo della Lega Dario Giagoni si porta avanti: "Se la legge prevede un referendum preventivo allora facciamolo, la Gallura non si tirerà indietro e nemmeno le popolazioni degli altri territori". 

TODDE: “GIUSTA DECISIONE – Di avviso diverso  Alessandra Todde (M5s), viceministro allo Sviluppo economico. "Una giusta decisione del Governo”, il suo commento. "Il MoVimento 5 Stelle - aggiunge - si è sempre opposto a questa legge che non rispetta lo Statuto regionale e che promuove una proliferazione di enti dispendiosa e senza ricadute sul territorio".

D'altra parte, osserva Todde, "già nel 2005 le Province sarde sono passate da 4 a 8 e nel 2012 con referendum sono state abrogate col favore del 97% dei sardi. Bisogna rispettare questa decisione evitando inutili sovrapposizioni di livelli istituzionali che non portano certamente valore al territorio".

(Unioneonline/v.l.)

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