Manovra, autonomie e migranti: sono le tre direttrici lungo le quali si dipanano le tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle.

A pressare, su tutti e tre i temi, è ovviamente Matteo Salvini. Di Maio e Conte subiscono, con il premier che replica e prova a prendere iniziative per reclamare il coordinamento di un'attività di governo che sembra tutta in mano al leader del Carroccio.

Mancano undici giorni al fatidico 20 luglio, data oltre la quale si chiede la finestra elettorale di settembre, e il pressing di Salvini si fa sempre più asfissiante. E fastidioso, per gli alleati.

Molto aspro lo scontro tra Salvini e Conte sulla manovra. Il ministro dell'Interno annuncia un incontro con i principali operatori economici del Paese, forse un blitz sulla flat tax, e Conte reagisce con un comunicato da Palazzo Chigi: "La manovra si fa nelle sedi istituzionali con il premier e tutti i ministri"-

Fonti di maggioranza spiegano come Conte si sia fatto direttamente sentire con il leader del Carroccio, chiedendogli di "evitare sgrammaticature istituzionali". Ma Salvini non rinuncia: "Farò l'incontro, io sono il vicepremier", afferma in tv.

Sui migranti invece, dopo la lite Salvini-Trenta, Conte prova a prendere in mano le redini del gioco e convoca un vertice con tutti i ministri competenti a Palazzo Chigi: "È urgente coordinare le iniziative per evitare sovrapposizioni o malintesi che danneggerebbero l'azione di governo". Le sovrapposizioni, ovviamente, sarebbero quelle di Salvini.

Infine, l'ennesima riunione sulle Autonomie. Lega e M5S iniziano a dialogare, ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti. A partire dalla scuola, M5S è contrario ai concorsi regionali e alle assunzioni dirette: "Così si creano scuole di serie A, B e C", fa notare all'alleato. Ma anche la sanità: "I livelli essenziali vanno garantiti a tutti", insiste il Movimento.

Insomma, "si deve fare ma bene", per dirla con Luigi di Maio, mentre il Carroccio deve subire il pressing dei governatori del Nord e di parte di Forza Italia.

Sulla flat tax, invece, Salvini deve vedersela anche con Tria. Che da Bruxelles avvisa: ok, ma graduale, e c'è il rischio che per farla bisogni aumentare l'Iva, ipotesi scongiurata da entrambe le forze politiche che formano il governo gialloverde.

Dopo l'ennesimo weekend sull'ottovolante, insomma, Giuseppe Conte prova a mettere i puntini sulle i. E chiede a Salvini di evitare "passi in avanti", di "coordinare" le azioni con gli altri ministri e "rispettare la grammatica istituzionale".

Perché "ci sta che da leader politico si incontrino i sindacati, ma se lo si fa al Viminale la sgrammaticatura istituzionale è forte". E perché anche sui migranti c'è bisogno di azioni coordinate: "La polizia del mare la fa la Guardia di Finanza, non la Marina, e al Comitato per l'ordine pubblico del Viminale non è stato deciso nulla".

(Unioneonline/L)
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