“Salvini o Meloni premier? Non scherziamo”, la frase di Berlusconi agita le acque nel centrodestra
Tensione anche a Milano, dove Meloni arriva in ritardo all'evento per Luca Bernardo sindaco e Salvini va via facendo saltare l’incontro
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Una frase di Silvio Berlusconi scatena il caos nel centrodestra. Parole poco gentili quelle dette dal leader di Forza Italia in un colloquio con ‘La Stampa’: "Senta, siamo sinceri: ma se Draghi va a fare il presidente della Repubblica, poi a chi dà l'incarico di fare il nuovo governo? A Salvini? Alla Meloni? Ma dai, non scherziamo".
La smentita da Arcore arriva puntuale, frase “mal interpretata”, e lo stesso staff di Salvini assicura che non ci sono problemi, “i due si sono sentiti ieri per gli auguri e il rapporto è ottimo”.
Ma che il leader leghista non abbia gradito lo lascia intendere in serata, quando alla scuola RinascitaItalia fa capire che questa frase il Cav se la poteva risparmiare: "Giorgetti ha detto che è stato frainteso, lo stesso ha detto Berlusconi – afferma -. Ma mia nonna diceva che se gli altri non capiscono forse sei tu che ti sei spiegato male".
LA CONFERENZA STAMPA A MILANO – Ad agitare le acque ci pensa anche un ritardo aereo che provova il flop della conferenza stampa congiunta e della foto con i tre leader – Salvini, Meloni e Tajani – uniti a Milano per Luca Bernardo sindaco.
L’aereo Roma-Milano fa fare ritardo alla leader di Fratelli d’Italia, e Salvini va via prima dell’arrivo della Meloni. Solo un banale problema logistico, assicurano i diretti interessati, “nessuna polemica e zero tensioni” si legge in una nota congiunta. Ma in questo clima, non si sa mai.
Ed Enrico Letta affonda il dito nella piaga: “Una scena così io non l'ho mai vista. Salvini e Meloni oggi non si sono neanche incontrati, è evidente che non volevano fare la foto”.
IL CONGRESSO LEGHISTA – Intanto, fronte tutto interno al Carroccio, Salvini si mette al lavoro per gestire al meglio la vita interna del partito, dopo settimane convulse tra la lite con Giorgetti, i governatori che lo sconfessano e caso Morisi.
Il leader annuncia il Congresso per aprile e mette le mani avanti sulle imminenti amministrative, lasciando intendere che non mineranno la sua segreteria: “Sarò soddisfatto - spiega - se lunedì avrò più sindaci di prima: ci sono 1200 comuni che vanno al voto. Chiaro che ci sono 5 capoluoghi tutti in mano al Pd e i 5S, quindi peggio è difficile fare”.
"Non temo per la mia leadership”, rimarca in serata.
(Unioneonline/L)