Regionali, i Progressisti rilanciano sulle "mini-primarie” per la scelta del candidato presidente
Il coordinamento del partito: «In campo Todde, Milia e Soru? Consultazione in presenza e online per decidere tra loro o altri che si vogliono impegnare»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
No alle primarie? Allora si facciano “mini”, con «postazioni consultive, articolate per territori, almeno in ogni comune superiore a 15 mila abitanti e con più postazioni nei grandi comuni capoluogo, integrando con una procedura online trasparente ed efficiente il voto in presenza». Questa la proposta del coordinamento dei Progressisti per l’individuazione del candidato della coalizione del centrosinistra per le prossime Regionali.
«Non serve perdere tempo, facendo finta di non vedere l’evoluzione del dibattito politico in Sardegna, nel campo democratico, progressista, ecologista dell’autodeterminazione, attorno alla costruzione della coalizione e all’individuazione del candidato», è la premessa.
Per i Progressisti «è un dovere morale dare alla Regione un governo democratico, trasparente e onesto nell’azione amministrativa, e un dovere politico realizzare un programma avanzato in grado di rispondere ai bisogni della nostra comunità».
Tergiversare, sostengono, «è inutile. Anzi: dannoso». I Progressisti indicano «tre autorevolissime personalità politiche» che hanno pubblicamente manifestato impegno: «Graziano Milia, ex presidente della Provincia di Cagliari e stimato sindaco di Quartu. Renato Soru, già presidente della Regione, parlamentare europeo, segretario regionale del più grande partito della coalizione. E Alessandra Todde, componente del Governo nella precedente legislatura e vice presidente nazionale del M5S».
Nonostante l’unica personalità dichiaratamente disponibile ad affrontare la campagna elettorale ad oggi «sia quella di Renato Soru, ritentiamo che non si possa fare più finta che non esistano anche altre possibili candidature a presidente della Regione. Stiamo, in questo caso, parlando di livelli altissimi di competenza, di storia politica, di capacità di governo», sostiene il coordinamento del partito.
La scelta, quindi, «non può essere limitata ai gruppi dirigenti dei movimenti e dei partiti della coalizione ma deve vedere coinvolto direttamente il popolo sardo». Da qui la proposta di questa sorta di primarie attraverso «una modalità che vale di più di qualche recente sondaggio farlocco».
(Unioneonline/E.Fr.)