Non potrà essere un tavolo romano a scegliere il candidato del centrodestra per le prossime regionali. È la posizione di quelle forze politiche della coalizione che non siedono a quel tavolo, ma che faranno la differenza sul risultato elettorale. I centristi di Peru e Tunis, i Riformatori, ma anche gli stessi sardisti, non credono in una soluzione calata dall’alto per effetto di un accordo tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Non si potrà non tenere conto dei partiti sardi che tradizionalmente sono in grado di catalizzare fette di consenso importanti nell’Isola.

La forza dei partiti sardi

Snocciolano i numeri i partici locali. Il vicecapogruppo Psd’Az Giovanni Satta ricorda che il 47% del centrodestra si deve ai «partiti che hanno testa e cuore in Sardegna, Psd’Az, Riformatori e liste civiche hanno ottenuto il 27%». Per questo «non sarà un tavolo romano a scegliere il candidato governatore dall’alto». E Solinas, «in quanto presidente uscente resta in pista».

Sulla stessa linea Antonello Peru (Sardegna al Centro 20Venti): «I sardi sono abbastanza maturi, liberi e consapevoli per scegliere. Ma prima del nome dobbiamo raccontare il programma, quale è la nostra idea di Sardegna e quale modello di sviluppo proponiamo».

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