Continuano gli attacchi del centrodestra al reddito di cittadinanza.

Dopo le dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che l’ha definito un vero e proprio "disastro", anche Luca Zaia ha criticato la misura di contrasto alla povertà introdotta nel primo governo Conte.

 "Non è una novità italiana, in altri Paesi esiste. Però, abbiamo capito che così come è stato introdotto, ha consentito ad alcuni di lucrare a carico della comunità senza effetti vistosi sull'occupazione: difficile trovare lavoro guardando la tv", ha detto il governatore della Regione Veneto, "la strada era la defiscalizzazione delle assunzioni con qualche misura per evitare i turn over di opportunità". 

Intanto l’esecutivo guidato da Mario Draghi (che ha fatto sapere di condividere "il concetto alla base della misura") pensa a modificare il RdC per rendere il provvedimento meno penalizzante per le famiglie numerose e per gli stranieri.

Entro ottobre arriveranno infatti le proposte del Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, e presieduto da Chiara Saraceno.

Gli esperti si muoveranno, "senza usare il machete", sulla base dei dati a disposizione, per formulare proposte con lo scopo di tarare meglio la platea, rendere più incisiva la formazione e più conveniente l'aliquota marginale che spinge ad accettare proposte di lavoro. 

Il Movimento 5 Stelle, "padre" della misura, ha aperto a modifiche migliorative, ma in maggioranza c'è un fronte ampio e molto scettico che va dalla Lega a Forza Italia, fino a Italia Viva, che il Rdc vorrebbe stravolgerlo oppure abolirlo.

Il Pd, invece, mantiene una posizione intermedia e chiede, con la presidente della commissione Lavoro Romina Mura, controlli più efficaci, ma anche di "evitare che la misura sia solo assistenzialistica, assegnando un ruolo ai Comuni nella sua gestione e condizionandola a un percorso formativo che poi consenta il reinserimento lavorativo".

(Unioneonline/F)

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