Una soluzione possibile dopo l’impugnazione della riforma degli Enti locali? Un referendum confermativo. L’ha spiegato l’assessore agli Enti locali Quirico Sanna prima di essere ascoltato in commissione Autonomia dove si discute proprio del ricorso statale contro la legge che porta a sei le Province e a due le Città metropolitane. Ricorso presentato davanti alla Corte Costituzionale per violazione dell’articolo 43 dello Statuto sardo che prevede, sì, la possibilità di modificare le circoscrizioni e le funzioni delle Province, ma “in conformità alla volontà delle popolazioni di ciascuna delle Province interessate espressa con referendum”.

Sanna ribadisce che “faremo valere le nostre ragioni davanti alla Consulta”. Nel frattempo, però, “il confronto con il governo deve andare avanti per trovare un accordo”. Ovviamente, aggiunge, “auspico di coinvolgere la parte dell’opposizione che ha votato questa legge e che ritiene come noi che sia valida e non figlia di nessuno”.

Sanna sarà ascoltato nel pomeriggio anche in commissione Urbanistica su un’altra legge impugnata, quella sul Piano casa. “Ho già chiarito – premette - che la legge è in vigore e va applicata, che è incostituzionale non lo deve dire una Soprintendenza ma lo dirà, qualora sia così, la Corte costituzionale”. Anche in questo caso, “l’invito è al confronto aperto col governo, si cerca un punto di caduta accettabile da parte nostra e dello Stato, con l’auspicio che il ricorso sia ritirato dal governo e si possa avere la possibilità di procedere in sicurezza”. Ad ogni modo, puntualizza infine, “il fatto stesso che il governo non abbia chiesto la sospensiva significa che questa non è come dice parte dell’opposizione, una legge criminale”. 

Roberto Murgia

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