"Mi sono preso qualche ora di riflessione, come ho ritenuto fosse giusto, prima di esprimere un commento a caldo sul risultato delle elezioni".

Inizia così il lungo post su Facebook con cui Mauro Pili, leader di Sardi Liberi, ha deciso di rompere il silenzio dopo le elezioni regionali di domenica scorsa, che hanno sancito la vittoria di Christian Solinas e della coalizione di centrodestra, assegnando invece al movimento dell'ex governatore ed ex deputato un poco gratificante 2,1% (poco più di 15mila voti).

E Pili non ci gira intorno, parlando di "sconfitta dura e severa, mia, personale e politica".

Poi la disamina del risultato, senza nascondere il suo rammarico e senza rinunciare a lanciare stoccate.

"Per alcuni - scrive - era la conta di voti, di numeri, di preferenze. Era l’ambita corsa al potere che si dispiegava in percentuali e scranni. Vittorie o sconfitte personali. Non lo era per me! Sentivo e percepivo questo appuntamento come l’ultimo appello alla resistenza del Popolo sardo contro le continue e reiterate speculazioni ai danni della nostra terra. Avevo sperato che la rivolta dei pastori potesse risvegliare coscienze sopite contro speculazioni d’oltremare e non solo! Speravo che le mie, le nostre, tante battaglie contro i nemici della Sardegna e dei Sardi, dalla Tirrenia all’Alitalia, da Abbanoa all’Enel, dall’Eni all’Anas avessero aperto un modesto umile varco nella coscienza del nostro popolo. Ahimè così non è stato".

"ORDA BARBARICA" - Poi l'analisi, cruda, della campagna elettorale: "I nostri guerrieri più determinati - scrive Pili, riferendosi ai militanti di Sardi Liberi - hanno dovuto lasciare il passo all’incedere dell’orda barbarica che ha trasformato queste elezioni in un referendum tra destra e sinistra, annientando i Sardi e la Sardegna. Trasformando la sfida per il governo della Sardegna come in una misera contesa tra Milan e Juventus, come se il Cagliari non giocasse nello stesso campionato".

LEGA NEL MIRINO - Quindi un aspro j'accuse, che mette nel mirino la Lega di Matteo Salvini: "Sono prevalsi il tifo, i selfie, gli inganni dell’ultim’ora. E i Sardi loro malgrado ci sono cascati. Come un anno fa. Meno di dodici mesi fa assegnavano ai 5 stelle un vergognoso primato del 42%. Salvo, poi, riportarli sotto il 10% a queste elezioni. Ed ora la Lega, quella che si accinge al grande furto a favore delle regioni del Nord, a scapito della Sardegna, con la complicità di tutti i partiti italiani e di servi isolani proni al padrone. Il carro del vincitore ha fatto il pieno, di incapaci e malaffare, di servilismo e affarismo".

Pili, inoltre, punta il dito contro le televisioni di Stato, a suo dire ree di aver trasformato la consultazione in "voto artefatto e manipolato".

PASSO INDIETRO - Poi, dopo il ringrazamento a chi lo ha sostenuto, l'amara conclusione: "Queste elezioni hanno gravemente e duramente messo alla prova la forza della mia azione di difesa della nostra terra. Sarebbe sbagliato non prenderne atto. E significherebbe prestare ulteriormente il fianco ai nostri nemici. Devo, mio malgrado e con non poco dolore, trarne le conseguenze. Il mio passo indietro è un atto di generosità verso la causa di libertà della Sardegna e dei Sardi".

Infine, l'appello ai sardi, con la speranza "che i Sardi aprano gli occhi e si rendano conto di vivere in una terra stupenda, unica ed esclusiva che attende un popolo coraggioso e libero di costruire con la testa e il cuore il proprio futuro".

(Unioneonline/l.f.)
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