Con 3 voti contrari e 5 astenuti la Direzione nazionale del Pd, riunita al Nazareno, ha approvato nella notte le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre.

La riunione, convocata e slittata più volte nel corso della giornata, si è conclusa poco prima dell’1. Non sono mancate le tensioni e i grandi esclusi.

Gli esponenti della corrente di Base riformista, una ventina circa, non hanno partecipato al voto. Tre i voti contrari, cinque gli astenuti. 

Enrico Letta sarà candidato come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto, mentre Carlo Cottarelli sarà capolista al Senato a Milano. Capolista in Europa un candidato a sorpresa, il professore e microbiologo Andrea Crisanti.

Tra le candidature in lizza ci saranno anche 4 giovani under 35 indicati come capilista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino.

Esclusi di fatto il costituzionalista Stefano Ceccanti e la “madrina” del movimento Lgbt Monica Cirinnà: il primo candidato al proporzionale in una posizione che ne rende quasi impossibile l’elezione, la seconda in un collegio perdente, entrambi hanno fatto sapere che rinunceranno.

“Comunicherò la mia non accettazione della candidatura - ha spiegato Cirinnà - Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori”.

Tra i big esclusi anche Luca Lotti, che assieme a Lorenzo Guerini guida la corrente Base riformista che non ha partecipato al voto.

“Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Ma è impossibile per la riforma del taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento”, è un passaggio dell’intervento del segretario dem. “Potevo imporre persone mie ma non l'ho fatto perché il Partito è comunità”, ha aggiunto, spiegando di aver chiesto personalmente “sacrifici” ad alcuni. “Mi è pesato tantissimo”, ha detto ancora Letta, poi l’attacco a Renzi. “Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio, il rispetto dei territori è tra i criteri fondanti delle scelte”.

(Unioneonline/L)

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