Il terremoto nel Movimento 5 Stelle, culminato con l’addio di Luigi Di Maio e dei suoi fedelissimi in polemica con la leadership di Giuseppe Conte, e i continui strali di quest’ultimo a Mario Draghi e alla linea del governo, sull’Ucraina ma non solo, stanno creando non pochi pensieri anche al Partito Democratico

Il Pd, com’è noto, ha lavorato in questi mesi per costruire con l’ex nemico M5S un’alleanza di legislatura, che fosse però anche un banco di prova per un’alleanza elettorale alle prossime politiche.

Ora però quanto sta accadendo nei pentastellati potrebbe provocare ripensamenti, soprattutto se Conte seguirà la linea di rottura con Draghi e con l’esecutivo. 

Lo ha detto il segretario Enrico Letta e lo ha ribadito Dario Franceschini, chiudendo l'incontro nazionale di AreaDem, a Cortona (Arezzo): "Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte. Se ci sarà una rottura o una distinzione, perché un appoggio esterno è una rottura, per noi porterà alla fine del governo e all'impossibilità di andare insieme alle elezioni”.

"Dobbiamo lavorare – ha aggiunto Franceschini – partendo da un nucleo, 5 Stelle, Leu e Pd, che prova ad allargarsi a chi può condividere un programma e accettare le regole di convivenza di una coalizione. L'alleanza si consolida o si smonta in questi mesi, non venti giorni prima scegliendo i colleghi”.

In chiave elettorale il Pd, dunque, al momento continua a guardare innanzitutto al M5S, così come a Leu. Ma ci sono altre forze che, invece, propongono un’alternativa. E lo fanno con determinazione e in maniera tranchant, invitando i dem a “mollare” i Cinque stelle e a puntare invece su un altro progetto, che abbracci, al posto di Leu e dei pentastellati, Azione, Più Europa e Italia Viva. E addirittura – in ottica di Grande Coalizione – anche Forza Italia, soprattutto se davvero si creeranno le condizioni per la fine anticipata del Draghi I. 

"Enrico Letta ripete che se il M5S lascerà il Governo la legislatura finirà. Ciò che omette di dire è se anche in quel caso il Partito Democratico seguirà la strada di un’alleanza con i 5S. E non è un particolare di poco conto”, ha scritto su Facebook Carlo Calenda, leader di Azione.

“Perché in quel caso – aggiunge Calenda - sarà evidente che l’unico modo per salvare questo paese è presentarsi alle elezioni con un Fronte Repubblicano che comprenda tutti i partiti che in Europa governano insieme, così chiudendo la stagione del bipopulismo e emarginando Sovranisti e Populisti”.

Poi il suggerimento ai dem, non il primo, sulla strada da percorrere: “Partito Democratico, Azione/Più Europa, ItaliaViva, Forza Italia, rappresentano le grandi famiglie politiche UE: popolari, socialdemocratici, liberali. Ci sono molte più cose in comune tra di noi che con Meloni, Salvini e Conte. A partire dalla cultura di Governo indispensabile per affrontare tempi duri”, conclude Calenda.

(Unioneonline/l.f.)

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