«Basta polemiche, con la salute non si gioca». Alessandra Zedda era la vicepresidente della giunta regionale che il primo giugno ha approvato la delibera che prevede la costruzione di quattro nuovi ospedali e l’eliminazione di almeno quattro esistenti: a Cagliari sarebbero il Brotzu e il Businco.  Ora l’ex assessora, che si era dimessa cercando di non sollevare polemiche, spara a zero e si allinea alla posizione di numerosi alleati. 

«Il piano della nuova infrastrutturazione ospedaliera per tutta la Sardegna venga
discusso in Consiglio Regionale. La salute, come abbiamo vissuto anche con la recente pandemia», aggiunge l’esponente di Forza Italia, «è settore vitale e non può essere lasciata alla sola discrezione di una singola persona e tantomeno di Ares».
Pur comprendendo la posizione della Giunta Regionale in merito all’urgenza di
spendita delle risorse per i nuovi ospedali, per Zedda «è il Consiglio regionale che deve decidere sull’attuazione del piano salute e in particolare sulla eventuale costruzione dei nuovi ospedali».
Considerate le rivendicazioni e le lamentele delle parti sociali, delle associazioni di
categoria, dei sindacati e soprattutto dei pazienti, «credo valga la pena di portare la
partita importantissima del finanziamento per la costruzione dei nuovi ospedali in
Consiglio Regionale senza perdere altro tempo prezioso».
Poi un passaggio polemico, e non poco: «Tempo che per ora è stato lasciato ai soli proclami e a boutade che sono state oggetto di fraintendimento anche da parte delle minoranze». 
Con l’ultima deliberazione urgente in materia ospedaliera è stato dato
mandato ad Ares alla Aou di Sassari di predisporre uno studio iniziale anche con
l’incarico più complicato di individuare le aree idonee per ciascun ospedale.

La ristrutturazione del Brotzu, per l’ex vice di Solinas, «dovrà essere effettuata urgentemente negli spazi legati alle cure urgenti e agli interventi operatori anche perché è impensabile una chiusura in breve tempo di alcuni spazi sanitari proprio del Brotzu. I nuovi ospedali occorrono ma il filo conduttore deve essere quello di accorpare i servizi al fine di valorizzare anche il personale sanitario e non, per garantire la migliore salute a tutti i cittadini».

(Unioneonline/E.Fr.)

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